Michele Musti nasce a Barletta il 9 febbraio del 1921, in via Fraggianni,  41, ed è secondo di dieci fratelli e sorelle, il padre Francesco è un impiegato e la madre Maria Rutigliano è casalinga.  Dopo il liceo, Michele si iscrive alla facoltà di Lettere dell’Università di Roma ma intanto arriva la chiamata alle armi. Michele diviene sottotenente di complemento nel 55° Reggimento Fanteria Divisione “Marche”, di stanza a Treviso. Dopo l’8 settembre 1943, l’Italia e è occupata dai nazisti e Michele, ventiduenne, non aderendo alla Repubblica nazifascista di Salò, sceglie la lotta partigiana nella Divisione d’assalto Garibaldi “Nino Nannetti”, col nome di battaglia “Idea”. All’interno della divisione partigiana, Michele fa parte in un primo momento della brigata “Mazzini” e in seguito della brigata “Cacciatori delle Alpi”, dove è capo ufficio stampa e propaganda, in seguito  promosso a commissario amministrativo della Brigata “Vittorio Veneto”.

La Divisione d’assalto “Nino Nannetti”

Il nome di Nino Nannetti – un operaio bolognese caduto nella guerra civile spagnola – fu dato nell’estate del 1944 ad un gruppo di brigate che operavano tra Belluno, Trento e Treviso. Il gruppo di brigate assunse il nome di Divisione il 2 agosto 1944, contando 4.000 combattenti. La Divisione Nannetti aveva competenze su un territorio compreso tra Friuli, Trentino e Veneto, per un totale di 49 Comuni (area geografica denominata Triveneto), ed aveva installato la sede di comando nel bosco del Cansiglio, che si estende per 6.570 ettari, al centro delle tre regioni.
Presso la divisione operarono due missioni alleate anglo-americane. Dopo i durissimi combattimenti dell’estate, la Divisione fu divisa in due: la Divisione  Belluno alla destra del fiume Piave con le brigate Gramsci, Pisacane, Fortunato Calvi, Fratelli Fenti e alcuni battaglioni autonomi, invece la Nannetti sulla sinistra del Piave, con le brigate Tollot, Cacciatori delle Alpi, Vittorio Veneto, in cui milita Michele Musti. La Divisione è diretta dal bellunese Francesco Pesce (nome di battaglia Milo), eccezionale figura di organizzatore e comandante, dopo la liberazione insignito di Medaglia d’Argento al Valor Militare. L’occupazione della foresta del Cansiglio da parte della Divisione “N. Nannetti”, diventa fondamentale per l’andamento della lotta partigiana.

Michele Musti, Cimitero di Barletta
Michele Musti, Cimitero di Barletta

Il rastrellamento nazifascista del 1944 nella foresta del Cansiglio

All’inizio di settembre del 1944, Michele e i combattenti della foresta del  Cansiglio, affrontano una delle prove più difficili. Oltre quindicimila nazifascisti cercano di annientare i partigiani dell’altopiano. La perfetta conoscenza della foresta e della montagna da parte dei comandanti partigiani, consente a quasi tutti partigiani, fra l’8 e il 9 settembre ’44, di rompere l’accerchiamento, passando fra le maglie dei nazifascisti. Negli scontri i nazifascisti perdono oltre cento uomini. I partigiani della “Nannetti” contano nove caduti e riescono a sganciarsi dal Cansiglio verso i centri pedemontani. A tedeschi e fascisti non resta che bruciare decine di abitazioni per rappresaglia. La Brigata “Nannetti” –  pressoché intatta – alla fine di settembre prende di nuovo possesso della foresta del Cansiglio. la Divisione mantiene il suo avamposto in Cansiglio, attacca ripetutamente nazisti e repubblichini, arrecando loro gravi perdite, interrompendo rifornimenti e comunicazioni del nemico.

Cansiglio, monumento ai partigiani
Cansiglio, monumento ai partigiani

Il combattimento e la morte di Michele Musti

Il 14 novembre 1944, sulla cima del Col Alt, nei pressi della foresta di Cansiglio, un ennesimo attacco di forze nazifasciste impegna i partigiani della Divisione. Michele Musti  si lancia all’attacco ma viene ucciso , colpito alla testa. Quel giorno altri dieci partigiani perdono la vita assieme a lui. Francesco Pesce, suo comandante, testimonia:” Durante un furioso combattimento in località Col Alt, il garibaldino “Idea” Michele Musti, capo arma alla mitragliatrice, si lancia coi suoi uomini all’assalto. Nel generoso tentativo cade eroicamente. La salma riposa nel cimitero comunale di Cordignano (Treviso)”. In seguito,  Michele  Musti  viene traslato  presso il Cimitero di Barletta, il 1 giugno del 1951.

Col Alt, monumento ai partigiani
Col Alt, monumento ai partigiani

Alla fine della guerra, la divisione “N. Nannetti” conta 490 caduti ed è elogiata dal  generale inglese Alexander, comandante dello scacchiere del Mediterraneo  e dal generale americano Clark, comandante delle truppe alleate in Italia. La Divisione d’assalto Garibaldi “Nino Nannetti”  sarà riconosciuta la più importante, la più numerosa (3.242 uomini) e più temuta del Veneto. Sulla cima del Col Alt e presso la foresta del Cansiglio, a ricordo dei partigiani caduti della divisione garibaldina d’assalto Nino Nannetti, sono stati eretti  due monumenti.

Si ringrazia il prof. Roberto Tarantino, presidente onorario del Comitato Provinciale Anpi Bat “A. Mascherini e F. Gammarota”.

A seguire, pubblichiamo gli elenchi dei partigiani e soldati barlettani caduti e dispersi durante la guerra di liberazione 

militari e partigiani barlettani

A cura di Tommaso Francavilla