TO GO WITH AFP STORY BY ALEXANDRA TURCAT Yoann Goubaud, farmer in the commune of Couffe, western France, stands in his field of Lupin (Lupinus polyphyllus) plants on June 14, 2013, in Couffe. Terrena, a leading French cooperative group, wants to launch a Lupin industry in France. The Lupin plant can replace soy in animal feed, but can also partially substitute eggs or fat in human nutrition, all without gluten. AFP PHOTO / JEAN-SEBASTIEN EVRARD (Photo credit should read JEAN-SEBASTIEN EVRARD/AFP/Getty Images)

Sono 577 i braccianti in meno iscritti nel 2021 negli elenchi anagrafici dell’Inps nella Bat che sono stati pubblicati lo scorso 31 marzo. Un numero che diventa molto più alto se si prende in considerazione il periodo 2017-2021 dove si registra un calo di meno 2234 lavoratori agricoli. Ma se, invece, si considerano le giornate dichiarate, nel 2021 si assiste ad un incremento di più 24.405 e, facendo una media rispetto ai 18.679 iscritti negli elenchi anagrafici, viene fuori che per ogni lavoratore può esserci stato un incremento medio di 1 giornata in più dichiarata.

 

“Poca cosa”, commenta il segretario generale della Flai Cgil Bat, Gaetano Riglietti, che nella sua analisi sul lavoro agricolo dipendente nella provincia passa al setaccio anche la situazione analitica dei comuni. “Il maggior aumento di giornate dichiarate riguarda Andria con un + 16.359 e a seguire Minervino con +5.999 giornate, Barletta con + 5.590 e poi Bisceglie e Trani con numeri di gran lunga inferiori. Tutti gli altri Comuni della Bat mostrano un segno negativo. Ma è da sottolineare il fatto che il 29% di braccianti ha massimo 50 giornate, si tratta dunque di lavoratori e lavoratrici che non avranno neanche diritto alle prestazioni previdenziali. Poco più del 12% degli iscritti negli elenchi anagrafici 2021 è composto da una platea straniera, di cui il 55,5% di nazionalità romena che oramai è stanziale da anni nel territorio”.

 

Questa è la fotografia del lavoro agricolo dipendente nella provincia Bat dove nel dettaglio, nel 2021 i braccianti agricoli residenti nei comuni della Bat, iscritti negli elenchi, sono stati 18.679, un numero inferiore rispetto al 2020 quando erano 19.256. Sono state poco più di 1 milione e 780 mila l’anno scorso le giornate di lavoro dichiarate all’Inps a fronte di quasi un 1 milione e 756 mila nel 2020. Sul fronte del lavoro femminile certificato negli elenchi anagrafici nella Bat, nel 2021 si attesta al 14,28%, a differenza di altre province pugliesi dove la percentuale è di gran lunga superiore. I lavoratori agricoli immigrati iscritti nel 2021 negli stessi elenchi Inps sono stati 2.827, in aumento rispetto al 2020 di 146 iscritti. La maggior parte sono di nazionalità romena (1.569) ormai stanziale sul territorio della Bat, poi marocchina (191), albanese (130), bulgara (124), nigeriana (103), senegalese (103) e poi altre nazionalità a seguire. L’incidenza delle giornate dichiarate ai lavoratori agricoli di nazionalità straniera sul totale 2021 è pari al 12,04%. “Poca cosa”, osserva Riglietti sottolineando che “quando si dice che non si trova la manodopera per via della mancanza dei braccianti immigrati, riteniamo che non si stia dicendo la verità perché questi numeri dimostrano che la percentuale di lavoratori stranieri è davvero residuale (se si considera che quelli di nazionalità romena ormai abitano nelle nostre città). E, se poi il numero degli iscritti negli elenchi anagrafici 2021 diminuisce rispetto all’anno precedente, non si comprende il motivo del continuo grido di allarme relativo alla mancanza di manodopera”.

 

“Il fatto che sia aumentato il totale delle giornate dichiarate riteniamo che sia dovuto a diversi fattori, uno dei quali potrebbe essere l’emersione di alcune irregolarità. Ma nonostante il numero di giornate sia cresciuto, nella provincia Bat i lavoratori che superano le 151 giornate rappresentano solo il 24%, mentre chi supera le 181 giornate rappresenta solo il 3%. Dati questi che confermano le percentuali degli anni precedenti. E questo sempre in un territorio ad alta vocazione agricola a noi tutto ciò sembra una grande contraddizione, è evidente che i conti non tornano. Anche per questa ragione proseguiremo con la nostra missione di ‘sindacato di strada’ per portare avanti la nostra azione quotidiana in difesa dei diritti dei lavoratori agricoli e delle lavoratrici agricole”, conclude il segretario generale della Flai Cgil Bat.