«Era il 3 marzo scorso quando i rappresentanti del Comitato di zona 167  hanno incontrato, presso la sala giunta del Palazzo di Città, il Commissario Prefettizio accompagnato dal Segretario Comunale, dal Comandante della Polizia Locale e dai dirigenti dei settori manutenzioni e servizi sociali, rappresentando le criticità della 167 e destando, almeno apparentemente, una significativa apprensione del Commissario che ha, da subito, mostrato la volontà di porre i rimedi necessari e possibili con una tangibile sollecitudine fissando sin da quel momento un ulteriore incontro che avrebbe dovuto tenersi, a suo dire, entro le successive quattro settimane, per fare il punto rispetto alle iniziative che l’amministrazione da lui rappresentata sarebbe riuscita a mettere in campo». Intervengono così i referenti del Comitato di quartiere della zona 167 di Barletta, Giuseppe Dibari, Raffaele Patella e Rosaria Mirabello.
«Sono trascorsi tre mesi e fino a questo momento non vi è stato alcun seguito a quell’invito prefissato a cui il commissario Alecci sembrava tenerci in maniera particolare. Probabilmente, il clima della campagna elettorale avrà intaccato come un “virus” anche l’attività commissariale o più, banalmente, sta prevalendo un certo senso di smobilitazione di un’attività a tempo determinato facendo emergere un evidente contrasto tra le sempre belle parole istituzionali e la loro evidentemente disattesa concretizzazione.

Tuttavia il punto sullo “stato dell’arte”, pur nel silenzio dell’amministrazione commissariale, siamo noi cittadini stessi a farlo quotidianamente verificando che nessun passo in avanti rispetto alle istanze presentate è stato compiuto. Nostro malgrado siamo costretti registrare un feedback assolutamente non positivo riveniente dalla percezione di scarsa coerenza dimostrata dall’istituzione nei confronti dei cittadini soprattutto non mantenendo fede ad un impegno preciso sottoscritto alla presenza di altre figure dell’amministrazione.
Ma se da un lato le amministrazioni comunali nel pieno delle funzioni o le amministrazioni commissariali hanno mostrato una colpevole inerzia, dall’altro i cittadini liberi, che non si arrenderanno mai alle incapacità diffuse, continueranno senza indugio ad incalzare le istituzioni e la prova di questa determinazione è la spontanea creazione di una rete di oltre venticinque associazioni che si sono coagulate attorno alle tante istanze sistematicamente disattese dei cittadini.
Terminato questo periodo elettorale la futura amministrazione dovrà avere ben chiaro che dovrà necessariamente inaugurare una modalità nuova e non sottovalutabile di interlocuzione con i cittadini. Da cassa di risonanza dei cittadini della periferia non possiamo esimerci dal registrare una percezione estremamente negativa e a tratti davvero urticante sia per i toni sia per la povertà di proposte offerte dalle candidature dalle quali non emerge alcun elemento di discontinuità rispetto al passato e facendo ancora una volta vivere l’imbarazzo a noi cittadini/elettori di dover scegliere il meno peggio per mancanza di un migliore».