L’inchiesta della Dda di Bari che ieri ha portato all’arresto di 7 persone per tentato sequestro di un imprenditore barlettano, a scopo di estorsione, aggravato dal metodo mafioso, scaturisce da intercettazioni arrivate dopo il sequestro lampo del figlio del titolare di una ditta che opera “nel settore della moda” di Andria, il 13 ottobre 2021. Si aggiungono particolari all’operazione di ieri mattina e contenuti nell’ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip del tribunale di Bari, Giuseppe Battista. Emergono, soprattutto, importanti dettagli sull’avvio delle indagini sulla banda disarticolata ieri. La denuncia dell’imprenditore andriese del settore moda ad ottobre del 2021 è stato il primo importante tassello del complesso puzzle ricostruito dagli inquirenti. In particolare il sequestro lampo del giovane figlio dell’imprenditore avvenne poco dopo le 20 e la richiesta di riscatto passò in poco tempo da 600mila a 300mila euro sino alla liberazione arrivata dopo circa un’ora e mentre l’imprenditore andriese era già in Questura. Dal racconto del giovane, tuttavia, emersero altri dettagli importanti come la modalità di sequestro con un’Alfa Romeo Giulietta di colore bianco con lampeggiante blu “come quelli usati dalle forze dell’ordine” ed una paletta di segnalazione per bloccare l’auto. Diversi uomini tutti coperti da passamontagna e con un fucile a canne mozze con espressioni ed idiomi tipiche del dialetto andriese.

A dar forza a questo racconto ci fu una ulteriore testimonianza circa un mese dopo, quando il piano fu nuovamente messo in atto nel tentativo di sequestrare direttamente un altro imprenditore andriese del settore moda. In questo caso determinate fu la prontezza dell’imprenditore che fuggì al tentativo di sequestro sulla Strada Provinciale che collega Andria e Bisceglie. Cambio di obiettivo e banda che si sposta su Barletta ed il 25 febbraio 2022 programma di rapire un imprenditore facoltoso del nord barese ma gli inquirenti, a quel punto, tenevano d’occhio i malviventi. Così la Polizia ha avviato alcune perquisizioni a carico dei presunti responsabili.

Così la banda, pensando di non essere stata ancora scoperta, rinviò la data progettando il sequestro di persona per il 22 aprile. Ma anche in quel caso la Polizia di Stato di Bari e della Bat ha fatto in modo di proteggere sia l’imprenditore all’uscita dall’azienda, sia l’abitazione della moglie e della figlia dove, secondo quanto rilevato nelle indagini, i rapitori erano intenzionati a recarsi per appropriarsi con la forza di denaro e gioielli in cambio della successiva liberazione della vittima. Si tratta del ritorno di un fenomeno che sembrava abbandonato da tempo dalla criminalità locale. Un fenomeno che già tra il 2012 ed il 2013 aveva allarmato la città di Andria con almeno due sequestri lampo, finiti tra le cronache dell’epoca, effettuati a danno di due imprenditori uno del settore tessile ed uno del settore ristorazione.

L’appello rivolto agli imprenditori dal Procuratore di Bari Roberto Rossi è stato quello di denunciare perché il «silenzio non è solo un danno per lo Stato, ma mette a rischio altre persone che possono subire lo stesso terrificate reato».