Quando si pensa in casa Barletta ai playoff per l’accesso in Serie C, che i biancorossi inizieranno questa domenica in quel di Nardò, uno dei più bei ricordi amarcord porta le lancette del tempo indietro di sedici anni. Nella stagione 2006/07 infatti, la squadra allenata da Marcello Chiricallo, dopo un’epica rimonta, arrivò a giocarsi la postseason da quarta in classifica(come in questa annata ndr) in quel di Grottaglie, arrivando sino alla finale persa in modo rocambolesco contro l’Aversa Normanna per 3-2. Grande protagonista di quell’annata e della semifinale del ”D’Amuri” fu Gianfranco Criniti, attaccante rapido e dal fiuto del gol, che sbloccò la gara con la rete del momentaneo 0-1, prima del pari dei tarantini e una memorabile lotteria dei rigori nella quale si distinse un giovane Saverio Dicandia.

”Mamma mia che ricordi-esordisce-per una partita che è stata indimenticabile. Nei playoff, e con questo voglio ricollegarmi anche all’attualità, conta molto come arrivi a queste sfide da dentro o fuori. Noi, sedici anni fa, arrivammo agli impegni dopo una strepitosa rimonta, che ci consentì di passare dalla zona salvezza a giocarci le nostre carte per la Serie C. Conservo un ricordo fantastico di Barletta e dei tifosi barlettani, che ci consentirono di vivere un sogno fino alla finale persa ad Aversa. A Grottaglie mi caricai già dal riscaldamento: alzai la testa e vidi una marea di tifosi biancorossi, giocavamo praticamente in casa. Poi fu un giorno importante anche per me, dal momento che segnai il gol del vantaggio dopo un taglio in profondità, a coronamento di un’annata da doppia cifra. Il livello era altissimo, tantissime squadre forti che oggi ben figurerebbero anche in Serie C: un’esperienza che porterò per sempre con me”.

Un confronto rispetto ai playoff di quindici, sedici anni fa. ”Onestamente credo abbiano perso un po’ di appeal. Quando li giocavo io non avevo naturalmente la certezza del ripescaggio, ma più possibilità rispetto ai diversi parametri che ci sono oggi. Era più romantico giocarli e la finale, in molte situazioni che ho vissuto, si trasformava spesso in uno spareggio per la Serie C. Le motivazioni comunque quando giochi a Barletta si trovano sempre. In primis per non lasciare nulla al caso, poi perché vieni pagato ed è giusto dare il massimo fino all’ultima gara, ma soprattutto perché uno non può non trovare motivazioni davanti ad un pubblico del genere. Tanti fattori importanti, io personalmente avrei dato l’anima perché hai la possibilità di rendere felici tante persone”.

Il fattore pubblico come componente nella delicata sfida a Nardò. ”Sold-out in tre giorni? Io non avevo dubbi!(ride ndr) Solo chi ha giocato nel Barletta può capire quanto sia passionale la curva biancorossa che meriterebbe ben altri palcoscenici. Mi ricollego al discorso di prima: ovviamente in campo ci vanno i giocatori che devono metterci del loro per vincere le partite, ma, quando hai tali numeri in casa e in trasferta, sei ulteriormente spinto nel fare bene, nel dare il massimo. Daranno la spinta in più ne sono sicuro, come in Grottaglie-Barletta del 2007. Forza Barletta!”

A cura di Giacomo Colaprice