Il secondo comunicato ufficiale diramato nella giornata di ieri, quello però rispondente al solo vicepresidente Francesco Divittorio, ha ufficialmente aperto una crepa all’interno della società. Del resto, non era un mistero che le cose in casa Barletta avessero preso una direzione meno univoca già da tempo, ma parlare pubblicamente di due visioni differenti, quelle del presidente o di una parte della società in mattinata e quelle poi del vicepresidente in un secondo momento, segna un punto di non ritorno.

Ne è consapevole anche l’avvocato Francesco Sfrecola, grande tifoso biancorosso e presidente del Barletta dal 2007 al 2010, intervenuto ai nostri microfoni. “Sicuramente-esordisce-non mi aspettavo un doppio comunicato. Pensavo che la decisione del silenzio stampa fosse stata condivisa da tutti i membri della società, ora, nonostante le rassicurazioni, penso che non si possa più parlare di unità d’intenti. Martina? Spartiacque ma fino ad un certo punto, credo che alcuni problemi non fossero stati risolti già da prima e poi si siano palesati dopo una prestazione sottotono dei biancorossi, ma terminata comunque con un pari non deludente a mio avviso”.

Nonostante alcuni contatti, le trattative per un possibile passaggio di proprietà stentano a decollare. “Non è facile-prosegue-investire in Serie D, a causa di un ritorno economico nullo o comunque minimo rispetto alle importanti spese da fare. Credo che comunque ci sia interesse per il Barletta, ma bisogna vedere le condizioni e fino a che punto i possibili investitori siano disposti a spingersi. Non è facile subentrare in una società già collaudata e con un presidente che vuole comunque cercare di fare il presidente”.

Ripercussioni che inevitabilmente potrebbero ripercuotersi sulla prossima stagione. “Il rischio c’è, ma da barlettano e da tifoso mi auguro di no. Spero che la situazione possa concludersi in tempi brevi, ma non penso sia facile da gestire. Programmare è fondamentale per questo campionato, soprattutto se si vuole alzare l’asticella,  ed è importante farlo il prima possibile”.

A cura di Giacomo Colaprice