La maggioranza del sindaco Cannito non trova i numeri in aula e per l’ennesima volta si trova costretta a rimandare l’approvazione dei provvedimenti in discussione, alcuni anche di una certa rilevanza, come la sostituzione delle balaustre sulla litoranea di Ponente. Il consiglio comunale di ieri ha licenziato favorevolmente un solo punto all’ordine del giorno, la ricomposizione delle commissioni consiliari, poi la decisione della maggioranza annunciata al microfono dal consigliere Gennaro Cefola dopo una breve sospensione dei lavori.

La spiegazione non viene data ma è di semplice lettura: a causa dell’assenza dei consiglieri Basile, Trimigno, Antonucci e Di Leo, la maggioranza non ha i numeri per approvare in autonomia alcun provvedimento e così Cannito, 11 consiglieri della sua coalizione e persino tutti gli assessori (ad eccezione di Campese) decidono di abbandonare l’aula. Il numero legale viene però mantenuto dalla presenza delle opposizioni di centrosinistra, di una parte di Forza Italia e della consigliere Patrizia Mele, del Gruppo Misto, per la prima volta in aperto dissenso con il sindaco e la sua maggioranza. La discussione sui punti all’ordine del giorno prosegue ma in assenza di Cannito e della sua coalizione il quorum per deliberare non può essere raggiunto. Per il centrosinistra non ci sono più da tempo le condizioni per portare avanti la consiliatura.

Cannito è al lavoro per puntellare la sua maggioranza: ieri nel mirino del sindaco è finito l’attuale cda della Barsa, le cui postazioni potrebbero essere rimesse in discussione per ricomporre gli equilibri all’interno della coalizione. Non è dunque passato inosservato l’attacco di Cannito alla guida della Barsa, in risposta ad una domanda di attualità delle opposizioni circa le lacune mostrate dalla Municipalizzata nelle attività di manutenzione delle aree pubbliche.

Il tempo non è dalla parte di Cannito. All’orizzonte un altro banco di prova impegnativo per la maggioranza del sindaco: in consiglio comunale sta per arrivare in discussione l’aumento della Tari e i numeri in aula, di fronte ad un provvedimento impopolare, potrebbero nuovamente vacillare.