Un incontro pubblico di grande rilevanza presso la sala conferenze di Palazzo San Domenico a Barletta, focalizzato sulla tutela e valorizzazione dell’Ossario dei Caduti Slavi, un simbolo di memoria storica e di architettura brutalista nel cuore della città. L’incontro ha visto la partecipazione di numerosi cittadini, studiosi e appassionati di architettura, che si sono riuniti per discutere la condizione attuale del monumento e la sua importanza nella narrazione storica di Barletta. A svolgere un ruolo significativo per l’iniziativa è stato l’Archeoclub d’Italia APS sede storica di Canne della Battaglia-Barletta con il patrocinio del Comune.

A guidare la discussione è stata l’architetto Rosanna Rizzi, membro del Coordinamento per la Tutela dello Spomenik di Barletta, che ha ripercorso in dettaglio la storia dell’Ossario, raccontando il significato profondo di questo monumento e le sfide legate alla sua conservazione. L’incontro è stato moderato dal giornalista Nino Vinella, il quale ha introdotto la serata con una panoramica sulla storia del monumento e sul contesto in cui è stato realizzato. L’Ossario dei Caduti Slavi di Barletta, eretto per onorare i caduti delle Prekomorske brigade, i rifugiati che scampavano dal nazismo in Jugoslavia e coloro che si erano uniti nella Resistenza italiana durante la Seconda Guerra Mondiale, rappresenta un unicum nel panorama architettonico italiano per la sua potente espressione brutalista. La sua struttura a forma di nave incarna anche un linguaggio architettonico che sfida il tempo, rimanendo un punto di riferimento per gli studi di architettura contemporanea.

L’architetto Rosanna Rizzi ha approfondito l’aspetto storico e simbolico del monumento, ricordando come l’Ossario sia stato progettato dal celebre architetto Dusan Dzamonja tra 1968 e 1970, sotto l’amministrazione Morelli. La sua realizzazione ha voluto essere un atto di riconoscenza verso coloro che, combattendo sia in patria sia per la liberazione nazifascista in Italia, avevano dato la vita per la causa della libertà. Un’opera che, con la sua simbolismo compositivo, riesce a comunicare il dolore e il sacrificio, ma anche la forza della memoria e del riconoscimento.

Nel corso della sua presentazione, Rosanna Rizzi ha anche discusso le attuali problematiche legate alla conservazione dell’Ossario, che, come molti altri monumenti di questo genere, si trova a fare i conti con il deterioramento causato dal passare del tempo e dalle intemperie. Nell’intenzione di chiarirne l’eredità dopo la dissoluzione della Jugoslavia, il monumento necessita di interventi mirati per garantire la sua sopravvivenza e continuare a testimoniare la storia dei caduti slavi. Un tema centrale emerso durante l’incontro è stato anche quello della valorizzazione culturale di questo luogo, che non deve rimanere un mero simbolo di memoria, ”ma deve diventare un punto di riflessione storica, una risorsa educativa per le generazioni future”, come sottolineato dal sindaco Mino Cannito. Rosanna Rizzi ha sottolineato l’importanza di coinvolgere la comunità locale nella tutela e nella conoscenza di questo patrimonio, affinché l’Ossario non venga dimenticato e possa essere trasmesso intatto alle future generazioni.

L’incontro si è concluso con un appello a un’azione condivisa da parte delle istituzioni e dei cittadini per proteggere questo monumento, ma anche per fare in modo che il suo valore venga pienamente riconosciuto. Il coordinamento per la tutela dello Spomenik ha quindi ribadito l’impegno a promuovere iniziative di sensibilizzazione, eventi culturali e attività didattiche che possano rendere l’Ossario un luogo di incontro e riflessione per tutti.

A cura di Giacomo Colaprice