In scena al Teatro Curci “Sogni e bisogni” di e con Vincenzo Salemme.

Una mattina di Ferragosto, nella vita monotona e banale di un uomo, Rocco Pellecchia, il suo organo sessuale urla una vera e propria dichiarazione di indipendenza dal corpo e dalla mente del “titolare”, e si costituisce come entità a se stante.

«Sogni e bisogni» è l’irriverente commedia scritta da Vincenzo Salemme (nel 1995 per Giobbe Covatta e Francesco Paolantoni) e tratta dal romanzo di Alberto Moravia «Io e lui». Ma se nel libro di Moravia, il “lui” in parola era solo una voce (dell’inconscio) critica, nella pièce teatrale il sesso maschile si stacca fisicamente dal corpo del suo “titolare” per diventare egli stesso uomo, una sorta di Pellecchia bis, impersonato da Salemme.

«Non pretendo di far riflettere gli altri – ha spiegato Vincenzo Salemme, anche regista e autore della commedia – ma tutto nasce da una mia riflessione sulla crisi dell’uomo di mezza età, che si lascia andare a livello emotivo e di conseguenza anche esteticamente. È in questo senso che il ‘tronchetto della felicità’ rappresenta un richiamo alla vita, perché staccandosi e reclamando il proprio ruolo, scuote Rocco dal suo torpore abitudinario».