a cura di Paolo Doronzo

Sono passati oltre trent’anni da quell’ottobre del 1985, dai terribili giorni del sequestro della nave da crociera “Achille Lauro” da parte di quattro terroristi palestinesi, e soprattutto dalla tesissima “Notte di Sigonella”. La vicenda dà il titolo al libro presentato ieri pomeriggio da Stefania Craxi a Barletta; la serata sul doppio filo di ricostruzione cronachistica della storia di quella vicenda e naturalmente dell’intera visione politica postuma del padre Bettino Craxi, all’epoca Presidente Del Consiglio, è stata moderata da Franco Borgia, già sindaco socialista di Barletta negli anni 80.

Aereo accerchiato a Sigonella
Aereo accerchiato a Sigonella

Il 7 ottobre 1985 la crociera, con i suoi 545 passeggeri, viene sequestrata al largo delle coste egiziane da un commando di terroristi che minacciano di farla saltare a meno che non vengano liberati 52 loro connazionali detenuti in Israele. Craxi riuscirà ad imporre la via diplomatica, più pacifica, che si rivelerà vincente, attraverso l’aiuto di Arafat che, con l’appoggio dell’egiziano Mubarak, invia sulla nave Abbu Abbas, il quale convince i quattro ad arrendersi. Tuttavia, il governo americano guidato dal Presidente Reagan fa pressione sul governo italiano affinché consegnino a loro i terroristi. Ma Craxi non si piega, e forte del diritto internazionale, poiché i prigionieri sono stati fatti atterrare presso l’aeroporto siciliano di Sigonella, impone la non volontà italiana alla consegna. Il diniego di Craxi è dovuto al fatto che l’allora Presidente «non vuole l’Italietta, ma una nazione con tutti i suoi diritti, trattata alla pari dagli alleati internazionali, anche per conservare un ruolo chiave nelle vicende del Medioriente»; la crisi aveva rischiato di sfociare nello scontro tra i carabinieri che accerchiavano l’aereo trasportante i prigionieri, e i marines americani. Una grande vittoria della politica sulla forza, e personale di Bettino Craxi.

Alla presentazione del libro "La Notte di Sigonella"
Alla presentazione del libro “La Notte di Sigonella”

Certamente la presenza dell’ex sottosegretaria del governo Berlusconi, figlia di un nome associato alla rivoluzione di Tangentopoli, non poteva non far convergere la discussione su temi riguardanti la storia politica italiana, non mancando tendenze ‘incensatorie’ o ‘demonizzanti’ del personaggio Craxi. La polemica si è trasformata, come da manuale, in un’antica discussione fra ex comunisti ed ex socialisti. Questi ultimi che coraggiosamente, bisogna dirlo, combattono quelli che definiscono “pregiudizi” nei confronti della loro appartenenza politica. La storia, soprattutto quella contemporanea, non serva solo a rivangare le distanze di due gruppi che ormai mostrano i capelli bianchi, ma debba soprattutto a guardare alle motivazioni che hanno spinto tanti rappresentanti dei socialisti ad aderire al Partito Democratico, pur nella critica aperta di Stefania al Segretario, Matteo Renzi. I concetti di umanità e lungimiranza della politica craxiana sono stati il centro della discussione riportando il concetto centrale della vicenda di Sigonella, nel contesto della fine della Guerra Fredda, con la frase: «Alleati ma non servi». Oggi invece la servitù della politica nei confronti della finanza internazionale degrada il ruolo dell’intero Paese.