Con un’ordinanza resa nota nella giornata di ieri e pubblicata sull’albo pretorio, il sindaco Pasquale Cascella ha inteso portare un’azione di contrasto alla prostituzione. Tale ordinanza il cui contenuto si può approfondire consultando questo link https://barletta.news24.city/2016/03/30/contrasto-alla-prostituzione-lordinanza-comunale/ è stata accolta con soddisfazione dalla consigliera comunale PD Giuliana Damato, la quale ha anche rimarcato come essa andasse nella direzione di una “domanda di attualità” presentata da lei lo scorso 22 febbraio in ossequio al regolamento del consiglio comunale ma mai discussa. Questo il testo della “domanda d’attualità” presentata a suo tempo dalla rappresentante del PD al sindaco.

“In data 20 Dicembre 2013, in qualità di responsabile dell’ordine e della sicurezza pubblica, Lei emetteva l’ordinanza n°70000 avente ad oggetto “Interventi di contrasto alla prostituzione su strada e tutela della sicurezza urbana” con la quale faceva divieto ai conducenti di veicoli di contattare soggetti che esercitassero attività di prostituzione su strada e di concordare prestazioni sessuali sulla pubblica via, pena l’applicazione di una sanzione amministrativa pecuniaria di 500 €. Il provvedimento ha avuto – nella durata della sua validità (purtroppo solo 30gg.) – positivi risvolti oltre che, a mio personale giudizio, il pregio di guardare al fenomeno in maniera più ampia, meno direzionata su coloro che personalmente considero “vittime” e orientata, positivamente, anche ad intervenire sulla “domanda”. Troppo spesso infatti l’approccio e la gestione di tali fenomeni insiste nella direzione dell’offerta. Anche in questo recente caso, infatti, con gli strumenti a disposizione si è potuto intervenire solo sulle giovani donne che “offrivano” la loro prestazioni. Ma cosa ne è dei loro clienti? Non sono coloro che rappresentano la domanda, attori di un mercato criminale? A pagare sembra che siano sempre e solo gli sfruttati, le donne – oggetti della dominazione maschile esercitata attraverso il denaro. Siamo ben consapevoli che il forte flusso di immigrati e immigrate, che nella maggior parte dei casi fuggono da condizioni di deprivazione, trova evidentemente in un Paese come il nostro la prostituzione (e altre forme di sfruttamento – penso al caporalato) come sbocco di mercato? I proventi dello sfruttamento sessuale sono spesso superiori a quelli di reati più clamorosi. “Le donne rendono più delle armi e della droga”, si legge in alcune drammatiche inchieste degli ultimi anni. Confidando nel valore, nelle attestate capacità e nell’abilità delle nostre Forze dell’ordine si spera si possa riuscire a colpire presto gli sfruttatori, i criminali imprenditori dello sfruttamento di esseri umani. Ma mi chiedo e Le chiedo: quale atteggiamento la pubblica amministrazione intende avere rispetto al fenomeno? Come intende collaborare, coadiuvare, rafforzare il già intenso e utilissimo lavoro svolto dalle Forze dell’Ordine? Secondo l’opinione di tanti (moltissimi gli interventi sulla stampa a tal proposito) quella Sua ordinanza ebbe un’indiscutibile funzione di argine e di contrasto ad un fenomeno strettamente correlato alla criminalità e allo sfruttamento degli esseri umani. Pienamente consapevole che il provvedimento in oggetto non può essere emesso per problematiche “permanenti”, poiché l’ordinamento vigente non consente la repressione di per sé dell’esercizio dell’attività riguardante le prestazioni sessuali a pagamento, Le chiedo tuttavia, alla luce della situazione di emergenza attestata sia dalle Forze dell’Ordine che dal Tavolo provinciale convocato dal Prefetto di considerare il rinnovo di tale ordinanza, giacché risulta comunque uno dei pochi strumenti nelle mani delle amministrazioni locali per farsi carico del disagio dei cittadini residenti, diminuire il senso di insicurezza e allarme sociale generato dal fenomeno, affrontare il degrado urbano, tutelare la pubblica decenza, combattere la grave turbativa della circolazione, prevenire i rischi rispetto alla sicurezza stradale e dunque tutelare la pubblica sicurezza, combattere situazioni igienico-sanitarie pericolose per la salute pubblica, tutelare e conservare i beni demaniali, ma anche, e soprattutto, ridimensionare il fenomeno e contrastare la riduzione in schiavitù degli esseri umani. Unitamente a questo Le domando, Sig. Sindaco, di considerare la possibilità di istituire intorno a questo problema un tavolo di lavoro che tenga insieme le organizzazioni di volontariato, le forze dell’ordine, i servizi sociali, l’ASL. Glielo chiedo perché tante, tantissime sono le testimonianze di cittadini impegnati nel mondo del volontariato a cui è capitato di intercettare lo sfogo e la richiesta di aiuto di alcune donne le quali, quando arrivano a confidare l’attività a cui sono costrette, per paura, scompaiono. Servirebbe un lavoro più “di concerto”, che – in aggiunta alle già importantissime attività svolte ufficialmente per conto dell’Ente dal Centro antiviolenza – connetta tutto il terzo settore con i servizi sanitari e le forze dell’ordine, al fine di rafforzare e allargare la rete di protezione per le vittime di sfruttamento”.