Il museo all’aperto piace ai barlettani. Basta trascorrere 15 minuti all’altezza di corso Vittorio Emanuele 23, casa natale di Giuseppe De Nittis, pittore impressionista nato a Barletta il 25 febbraio del 1846 e scomparso a Saint Germaine en Laye il 21 agosto del 1884, per capirlo dai commenti e dagli sguardi. Da due mesi e mezzo a questa parte-il 25 febbraio, in concomitanza con il 170esimo anniversario dalla nascita-i passanti, in particolare nelle ore serali, restano incantanti dalla  serie di sei gigantografie che riproducono opere dedicate a madame Leontine, moglie di De Nittis, e dalla copertura del portone di ingresso del palazzo, dove è stato installato l’autoritratto dell’artista.

«Il pittore di fama europea sentì nell’anima il palpito della natura che tradusse in forme d’arte sempre più ammirate all’estero» recita la targa marmorea affissa nei pressi dell’ingresso, per una vita in cui De Nittis «raccolse onori e ricchezze ma nel cuore ebbe sempre vivo l’amore per la Patria lontana». Gioie e dolori d’infanzia, in una Barletta che imparava a vedersi e vedere il mondo da borghese, ma con un respiro sempre provincialotto. Quella casa, dimenticata per anni, è tornata a splendere grazie all’intervento di privati. E con essa anche l’orgoglio dei barlettani per quell’eroe spesso ammirato altrove e raramente ospitato nei cuori dei suoi concittadini. L’esperimento è riuscito: ora Corso Vittorio Emanuele, a Barletta, è davvero il salotto buono di casa De Nittis.