Ieri è arrivato al museo del Bardo di Tunisi il busto marmoreo attribuito ad Annibale, direttamente dal Quirinale a Roma dove è custodito; l’effigie del condottiero cartaginese, Annibale Barca, rappresenta una delle immagini più accreditate storicamente, tanto è vero che l’effigie è rappresentata su una banconota della Tunisia. Lo stesso busto dell’eroe cartaginese che compì un viaggio straordinario dall’Africa all’Italia meridionale valicando le Alpi, sarà accolto anche nella città di Barletta per una mostra senz’altro di richiamo internazionale che ripercorrerà il viaggio e le imprese militari di un simbolo della storia antica. La mostra si svolgerà in concomitanza del 2 agosto 2016, giorno del 2232° anniversario della storica battaglia di Canne. La sconfitta dell’esercito romano e il perno per ricostruire il genio militare di Annibale, che riuscì a trionfare grazie alla sua manovra “a tenaglia” ancor oggi analizzata a scopi militari.

Annibale
Busto di Annibale

Il percorso espositivo di Barletta, intitolato “Annibale, un viaggio”, sarà realizzato all’interno del Castello con un costo totale di € 105.000, di cui 50.000 dovrebbero essere finanziati dalla Regione Puglia. Questa, come espresso nella delibera di giunta n. 242 del 3 dicembre 2015, dovrebbe servire anche da punto di partenza per i potenziali visitatori per conoscere il sito archeologico di Canne della Battaglia e dell’intero patrimonio storico-culturale della città. Pensare ad un’esposizione incentrata su di un’opera che passa da Roma a Tunisi, per giungere poi a Barletta, sicuramente è un buon modo per attrarre visitatori interessati alla conoscenza storica del territorio.

La mostra sarà costituita da 4 sezioni principali (Scenari mediterranei tra il III e il II secolo a.C. – Il personaggio – Il viaggio di Annibale – Annibale e la Puglia), e sarà strutturata, in particolare, come un viaggio per immagini attraverso i luoghi percorsi dal generale, con un punto di vista storicamente affermato per accompagnare il pubblico con una voce narrante dello stesso Annibale e di quella dei grandi “cronisti” dell’epoca, Polibio e Tito Livio.