A 48 ore dagli spari che hanno provocato-complice la recisione dell’arteria femorale-la morte di Francesco Dileo, resta un intenso alone di mistero sugli autori del gesto che ha portato alla morte del bracciante 39enne di San Ferdinando di Puglia, incensurato ma circondato da amicizie definite ‘pericolose’ da fonti vicine agli inquirenti. L’uomo, un bracciante che dava spesso una mano per arrotondare a un amico che gestiva un banchetto per la vendita di mitili in via Roma, a San Ferdinando, è stato raggiunto nella prima mattinata di domenica da quattro colpi di pistola sparati da una persona non ancora identificata, all’inguine, alla gamba e al ginocchio. Il sicario-con volto coperto da un cappellino con visiera-era sceso da un’autuomobile e avevano esploso i colpi in pochi istanti, prima di ripartire senza lasciare tracce. Inutile era stato il delicato intervento chirurgico al quale la vittima era stata sottoposta al “Dimiccoli”.

Con il passare delle ore prende sempre più quota l’ipotesi dello scambio di persona: è possibile che l’obiettivo del killer fosse uno degli altri passanti in zona, operatori ben noti al mercato ittico nella vendita all’ingrosso. Dileo potrebbe quindi essersi trovato nel posto sbagliato al momento sbagliato. Vana appare la presenza di telecamere di videosorveglianza nell’area, distante pochi metri dalla locale caserma della Guardia di Finanza: complicato immaginare che nei riflessi registrati vi possano essere immagini utili allo sviluppo delle indagini dei carabinieri. Il “giallo”, al momento, non appare di facile soluzione.