A cura di Stefania Ricatti

Si era messo in viaggio per raggiungere l’aeroporto di Bari, dove avrebbe preso un aereo che lo avrebbe portato a Milano, per assistere al concerto di Rihanna. Domenico Fiore, un giovane barlettano, si trovava la mattina del 12 luglio su uno dei due treni coinvolti nel fatale scontro che ha provocato la morte di 23 persone. «Ho preso il treno da Barletta alle 11 meno un quarto. Sono riuscito a prenderlo per un pelo, per questo sono finito nel penultimo vagone –racconta in un’intervista pubblicata sulla pagina studentesca “Carlo Cafiero Web”, curata dagli alunni del liceo scientifico – Ad un ceto punto ho sentito un forte botto. Non ho capito subito cosa stesse succedendo, ma ero molto spaventato. Le persone nel mio vagone non si sono ferite gravemente. Quando abbiamo visto il controllore perdere i sensi abbiamo chiamato i soccorsi che sono arrivati poco dopo. Uscendo dal treno ho visto un groviglio di lamiere, persone ferite e, purtroppo, cadaveri. Ho chiamato i miei genitori per tranquillizzarli, e sono venuti a trovarmi sul posto dopo pochi minuti. Poi mi hanno portato all’ospedale di Barletta, dove mi hanno applicato un collare per una distorsione al collo».

In seguito Domenico ha elogiato il ruolo dei soccorritori, tempestivi e numerosi, ricordando in particolare il gesto spontaneo degli ultras della Fidelis Andria che hanno offerto bottiglie d’acqua a passeggeri, soccorritori e a chiunque si trovasse sul luogo. Una volta tornato a casa è venuto a contatto con le storie di chi, meno fortunato di lui, ha perso la vita nell’incidente: « Ognuna delle vittime mi ha colpito con la sua storia. La nonna che ha salvato il nipotino, e Jolanda che stava per sposarsi. Sono stato fortunato, è un miracolo essere qui». Cercare di trovare le cause dell’incidente è ancora impossibile: «Il mio stato d’animo è confuso. È strano pensare che un piccolo errore umano abbia causato una tragedia così grave. L’assurdità del binario unico è stata sollevata da molti, e si dice che il treno giallo sia partito senza dare la precedenza all’altro. Le dinamiche saranno più chiare in seguito».

«I miei amici sono stati di grande aiuto-ricorda ancora-mi hanno tempestato di messaggi e chiamate. La sera sono venuti a trovarmi, facendomi dimenticare per poco ciò che avevo visto. So che continueranno a starmi vicino, anche se il 12 luglio rimarrà indelebile nella mia memoria». Il caporedattore di Carlo Cafiero web Matteo Pignatelli ha poi colto l’occasione per ricordare le vittime, in particolare la professoressa Julia Favale, ex docente del liceo, che lascia un vuoto nei suoi ex studenti e colleghi, stretti nel lutto.