La foce del canale di Ponente, sul lungomare “Mennea” di Barletta, è «fortemente inquinata». E’ il dato che riguarda la Città della Disfida, derivante dai prelievi effettuati da in Puglia da Goletta Verde, la storica campagna di Legambiente dedicata al monitoraggio ed all’informazione sullo stato di salute delle coste e delle acque italiane. Sette campionamenti su 30 eseguiti lungo le coste pugliesi, in corrispondenza delle foci di fiumi, canali e torrenti, risultano fuori dai limiti di legge e, di questi, sei sono “fortemente inquinati”. I prelievi e le analisi di Goletta Verde sono stati eseguiti dal laboratorio mobile di Legambiente tra il 18 e il 22 luglio. I parametri indagati sono microbiologici (Enterococchi intestinali, Escherichia coli) e sono  considerati come “inquinati” i risultati che superano i valori limite previsti dalla normativa sulle acque di balneazione vigente in Italia (Dlgs 116/2008 e decreto attuativo del 30 marzo 2010) e “fortemente inquinati” quelli che superano di più del doppio tali valori.

«L’obiettivo del monitoraggio di Goletta Verde è quello di individuare i punti critici di una regione e le pressioni inquinanti che ancora gravano sulla costa, analizzando il carico batterico che arriva in mare prevalentemente dalle foci di fiumi, canali o scarichi non depurati -ha spiegato Katiuscia Eroe, portavoce di Goletta Verde – Il nostro, è bene ribadirlo, è un monitoraggio puntuale che non vuole sostituirsi ai controlli ufficiali, né assegniamo patenti di balneabilità, ma restituiamo comunque un’istantanea utile per individuare i problemi e ragionare sulle soluzioni. In Puglia, pur registrando un miglioramento della situazione rispetto agli anni passati, riscontriamo ancora criticità, nuove o già note, che vanno subito risolte. Al centro della nostra analisi ci sono gli scarichi non depurati che arrivano in mare, problema su cui occorre dare un segnale di forte responsabilità e concretezza negli interventi. Occorre ragionare in una scala più ampia dei semplici confini comunali o territoriali e valutare caso per caso la soluzione migliore».
Focus regionale sulla depurazione

Dal monitoraggio effettuato dall’Arpa Puglia nel 2015 (ben 2.451 controlli) emerge che sono 37 gli impianti di depurazione che presentano una non conformità alla Direttiva comunitaria (91/271) sul trattamento delle acque reflue urbane. Di questi 37 impianti: su 27 sono già in corso interventi di adeguamento/potenziamento (Foggia, Isole Tremiti, Pulsano nuovo, San Giorgio Jonico, Molfetta, Polignano a Mare, Canosa di Puglia 1, Lucera 1, Ortanova, Specchia, Uggiano la Chiesa, Monteiasi, Bitonto, Barletta, Trani, Ceglie Messapica, Manfredonia 1, Faggiano, Gioia del Colle, Andria 1, Monte Sant’Angelo 2, Bari Ovest, Cerignola 1, San Severo, Castrignano del Capo, Montemesola, Ascoli Satriano 1); su 5 è prevista la dismissione (Casamassima vecchio, Cassano delle Murge vecchio, Carovigno Vecchio, Bovino, Manduria vecchio); per i restanti 5 (Troia, Vico del Gargano, Biccari, Castelnuovo della Daunia, Foggia 2 Borgo Incoronata) sono stati attivati interventi di manutenzione straordinaria ma resta da definire la copertura finanziaria per gli interventi di adeguamento e/o potenziamento.

«Dai monitoraggi della Goletta Verde – afferma Francesco Tarantini, presidente di Legambiente Puglia – risulta migliore la qualità delle acque di balneazione in Puglia anche se permangono le criticità su tutti i tratti di mare interessati dalle foci di fiumi e canali. La situazione migliora sul fronte della depurazione: diminuiscono sia gli impianti che scaricano nel sottosuolo che quelli soggetti a scarichi anomali e scendono a 27 i Comuni pugliesi sottoposti a procedura d’infrazione. Tuttavia ancora il 20% dei depuratori pugliesi continua a non essere conforme alla direttiva depurazione mentre procedono gli interventi di potenziamento/adeguamento, compresi quelli per il contenimento delle emissioni odorigene. A tal proposito chiediamo al governatore Emiliano di istituire una cabina di regia fra assessorati competenti per affrontare in maniera organica il problema del recupero e dello smaltimento dei fanghi di depurazione la cui produzione aumenterà nei prossimi anni a seguito del potenziamento dei depuratori»  .

Quadro di dettaglio dei monitoraggi effettuati lungo gli 810 chilometri di costa pugliesi:

Quattro i punti analizzati in provincia di Bari, tutti con valori nella norma: nella città capoluogo il campione è stato prelevato nei pressi della Fiera del Levante, presso la spiaggia libera di fronte al canale Lamasinata; a Molfetta nella spiaggia Riserva di Torre Calderina; a Polignano a Mare alla spiaggia Lama Monachile e a Monopoli presso la spiaggia a sud del Castello di Santo Stefano.

Dei quattro prelievi effettuati in provincia di Foggia, due hanno dato un giudizio di “fortemente inquinato: quello a Manfredonia, alla foce del torrente Candelaro, e a Vieste, alla foce del canale presso il Lungomare Mattei, punto scelto e condiviso con l’amministrazione comunale per meglio approfondire le cause determinanti l’inquinamento al fine di risolverne le criticità. Nella norma, invece, gli altri punti campionati a Cagnano Varano, presso la spiaggia libera a sinistra del canale di Capojale e a Vico del Gargano, in località San Menaio, presso via Lungomare.

Sette i campionamenti eseguiti nella provincia di Barletta-Andria-Trani, due dei quali risultati “fortemente inquinati”: allo sbocco dello scarico sotto la villa comunale, sul Lungomare Colombo, a Trani, e quello alla foce canale di Ponente (Lungomare Mennea) a Barletta. Entro i limiti gli inquinanti rilevati nell’altro prelievo effettuato a Barletta, sulla spiaggia libera sulla litoranea di Levante; a Margherita di Savoia sia presso la spiaggia sul Lungomare Cristoforo Colombo–Belvedere che in quello alla foce del torrente Carmosina; a Trani a Matinelle presso la spiaggia a destra del molo; a Bisceglie al Salsello, presso la spiaggia sul Lungomare, all’incrocio di via Mauro dell’Olio.

Due punti su cinque giudicati “fortemente inquinati” nel brindisino: allo sbocco del depuratore su via dei Pioppi a Ostuni e alla foce del canale Giancola a Brindisi; mentre è risultato “inquinato” alla foce Canale Reale a Torre Guaceto. Entro i limiti invece l’altro prelievo effettuato a Ostuni, sulla spiaggia del Pilone, in località Torre San Leonardo, a Brindisi sul litorale Apani, presso la spiaggia libera di Via di Torre Testa, e a Fasano, in località Savelletri, presso la spiaggia Archeolido Penna Grande.

In provincia di Taranto sono stati eseguiti quattro campionamenti e tutti i prelievi sono risultati “entro i limiti”. Nella norma i campionamenti eseguiti a Castellaneta Marina, presso la spiaggia libera Borgo Pineto, a Palagiano alla foce del fiume Lenne, a Manduria alla foce del fiume Chidro e a Campomarino di Maruggio presso la spiaggia Monaco-Mirante. Un punto extra scelto dai tecnici di Goletta Verde è stato quello di Taranto, presso la spiaggia di viale Virgilio, in corrispondenza di via Cataldo Nitti: sebbene qui esista un divieto di balneazione a causa della sua vicinanza al porto, Legambiente ha voluto verificare l’eventuale presenza di scarichi non depurati.
Infine, cinque i prelievi effettuati nel leccese, tutti entro i limiti di legge: ad Alimini, alla foce del canale del Lago Alimini Grande; a Marina di Leuca presso la foce del canale lungomare Cristoforo Colombo, all’altezza di via Savona; a Gallipoli, in entrambi i punti di prelievo, ovvero alla scogliera Porto Gaio e sulla spiaggia in corrispondenza del canale dei Samari; a Porto Cesareo, alla spiaggia di Punta Prosciutto.