A cura di Viviana Damore

Era l’anno 1943, silenziosa e calma la Barletta di quella domenica del 12 settembre fu scossa dalla violenza che uccise dodici uomini. Dieci vigili urbani e due netturbini caddero nella mira frenetica del primo eccidio che i tedeschi misero in atto per rappresaglia subito dopo l’armistizio. Si è svolto durante la scorsa sera, nella sede del Circolo Unione di Barletta, l’evento teatrale intitolato “Commemorazione dell’eccidio di Barletta”.

È immenso il potere del ricordo e soprattutto la memoria delle più tragiche vicende della storia umana, dovrebbe bastare ad evitare che si ripetano simili episodi di crudeltà. È immensa anche la capacità umana di trasformare il male in racconto, il dolore in musica e la sofferenza in parole. Proprio a questo scopo ha avuto luogo una cerimonia di ricordo ed arte immensamente suggestiva, con la regia di Francesco Paolo Dellaquila, ed il patrocinio di Ruggiero Graziano, presidente dell’Anmig di Barletta, da sempre sollecito nel ricordare i tragici episodi di guerra legati alla nostra città.

Il monologo sull’accadimento, sapientemente recitato dal poeta barlettano Dellaquila, con il sottofondo del pianoforte del maestro Antonio Luigi Musti, la testimonianza Antonio Falconetti, nipote del vigile urbano trucidato e la presenza del cantautore di vernacolo barlettano, Luigi Gianfrancesco, hanno arricchito di note artistiche una serata piena di dolore e consapevolezza. Dulcis in fundo, un inaspettato, e non previsto da scaletta, racconto di Nietta Borgia, ha offerto un’importante testimonianza di chi assistette in prima persona al feroce assassinio dei barlettani. Nietta Borgia, allora giovinetta, figlia dell’allora comandante dei Vigili Urbani di Barletta, assistette ammutolita alle tre raffiche di mitragliatrice che spezzarono la vita di uomini, padri e figli, prima di correre via terrorizzata a rifugiarsi tra le braccia di sua madre.