Con la deposizione di corone da parte del Prefetto Clara Minerva e del sindaco Pasquale Cascella alle lapidi del Rivellino del Castello, sui muri del Palazzo di Città e, infine, in piazza Caduti in Guerra dove sono risuonate le note dell’inno di Mameli, è stata celebrata ieri mattina a Barletta la Giornata dell’Unità Nazionale e delle Forze Armate, con la partecipazione anche del Presidente della Provincia, Nicola Giorgino, del Presidente del Consiglio Comunale, Carmela Peschechera, di rappresentanti della Giunta, del Consiglio comunale, di istituzioni civili, militari e religiose, delle associazioni combattentistiche e d’arma oltre che di numerose scolaresche cittadine.

Festa Forze Armate 01«Nell’anniversario del momento conclusivo del primo conflitto mondiale, la città di Barletta, con i suoi vessilli su cui sono poste le numerose medaglie d’oro al valor militare e al merito civile, ha voluto riaffermare – ha sostenuto il sindaco Cascella confrontandosi con alcuni studenti davanti al monumento – il sentimento di coesione nazionale e la vicinanza  alle Forze Armate che oggi adempiono alla propria missione in adesione a valori di pace, democrazia, libertà, conquistati dopo un’altra guerra. Con questi principi fondanti della Costituzione Repubblicana il nostro Paese è impegnato sugli scenari di crisi mondiali con militari che con impegno, professionalità e spirito di sacrificio contribuiscono a garantire la stabilità, la sicurezza ed il rispetto dei diritti umani fondamentali. Il caso ha voluto che proprio alla vigilia di questa ricorrenza siano state ritrovate tutte le immagini del bronzo del monumento originale che il popolo di Barletta volle dedicare ai propri caduti a conclusione del Primo conflitto mondiale, poi sottratto all’obelisco nella nuova guerra voluta dal fascismo. Sarà possibile riprendere la ricerca di una soluzione che restituisca al memoriale il senso pieno del commosso omaggio della comunità per tutti i nostri soldati vittime delle tragedie della guerra  e per quei 12 vigili e netturbini che a pochi metri di distanza dal monumento pagarono con la vita la volontà di riscatto   dal nazifascismo così da volgere il proprio sguardo a un futuro di pacifico progresso».