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«Siamo esterrefatti da quanto verificato. Circa un centinaio di alberi d’ulivo abbattuti o, meglio, barbaramente tagliati, senza che alcuna autorità sia intervenuta sul luogo per impedire tale scempio, fatto alla luce del sole. Questa volta non è la xylella». La denuncia, corredata di foto, è dell’avvocato Michele Cianci, presidente del Comitato Operazione Aria Pulita Bat:  «E’ inconcepibile -scrive Cianci- che la nostra città sia, ancora una volta, sfregiata, dopo le spiagge di Ponente che stanno perdendo la preziosa sabbia, dopo le esagerate piste ciclabili che in via Romanelli, hanno sacrificato gli indispensabili parcheggi e quindi gli esercenti di quella zona, dopo le indagini per disastro ambientale, nei confronti della Buzzi che si preoccupa di piantare 100 alberelli l’anno, per creare un equilibrio eco-ambientale, dopo i cittadini che si sforzano ad effettuare la raccolta differenziata senza godere di alcun privilegio o risparmio economico ma addirittura subendo l’incenerimenti di rifiuti provenienti da altre città, dopo il cromo esavalente trovato in abbondanza (86 volte in più) in una falda acquifera, dopo i continui sfioramenti del Pm 2,5 e del Pm 10, dopo le continue e quotidiane immissioni di aria irrespirabile, dopo l’incuria del cimitero e la mancata pace di cari deceduti che vengono abusivamente trasferiti da un luogo ad un altro, dopo la chiusura del museo di Canne della battaglia e l’abbandono della fontana di San Ruggiero, dopo le problematiche della cantina della disfida, il disuso dello stadio di calcio, dopo la chiusura della scuola d’Azeglio, dopo la inutile rimozione delle postazioni esterne ai locali ricettivi che contribuiscono al l’incremento della disoccupazione locale, assistiamo inermi alla distruzione, apparentemente inutile, ma che certamente riserva aspetti non trascurabili, di alberi di ulivi secolari che rappresentano la macchia mediterranea. La gravità di quanto sta accadendo sembra sfuggire a tutti, ma in modo particolare alle istituzioni preposte al controllo. Sappiano tutti che ciò che accaduto rappresenta un reato grave. Cara proprietà, non è più come una volta!».
Infatti, prosegue Cianci, «l’art. 452-bis c.p. – (Inquinamento ambientale) narra: “È punito con la reclusione da due a sei anni e con la multa da euro 10.000 a euro 100.000 chiunque, in violazione di disposizioni legislative, regolamentari o amministrative, specificamente poste a tutela dell’ambiente e la cui inosservanza costituisce di per sè illecito amministrativo o penale, cagiona una compromissione o un deterioramento rilevante:
1) dello stato del suolo, del sottosuolo, delle acque o dell’aria;
2) dell’ecosistema, della biodiversità, anche agraria, della flora o della fauna selvatica.
Quando l’inquinamento è prodotto in un’area naturale protetta o sottoposta a vincolo paesaggistico, ambientale, storico, artistico, architettonico o archeologico, ovvero in danno di specie animali o vegetali protette, la pena è aumentata».
«Inoltre-si legge nel comunicato- l’Art. 452-novies. – (Confisca) narra “Nel caso di condanna o di applicazione della pena su richiesta delle parti, a norma dell’articolo 444 del codice di procedura penale, per i delitti previsti dagli articoli 452-bis, 452-ter, 452-quinquies, 452-sexies e 452-septies del presente codice, è sempre ordinata la confisca delle cose che costituiscono il prodotto o il profitto del reato o che servirono a commettere il reato. Quando, a seguito di condanna per uno dei delitti previsti dal presente titolo, sia stata disposta la confisca di beni ed essa non sia possibile, il giudice individua beni di valore equivalente di cui il condannato abbia anche indirettamente o per interposta persona la disponibilità e ne ordina la confisca».

I fari sono tutti per gli ulivi tagliati nei pressi della vecchia Cartiera di Barletta, in via Trani: «Probabilmente chi ha provveduto ad emulare Attila, non si è reso conto che la potatura a raso, come hanno cercato di giustificare, non equivale ad un abbattimento delle piante a raso terra e non vi è giustificazione se l’incarico è stato affidato ad una sedicente ditta specializzata, il rischio della confisca dell’immobile é evidente. Infine, il reato è perseguibile di ufficio e ne potrebbero rispondere anche coloro che non hanno tempestivamente provveduto ad evitarlo. Noi, da parte nostra provvederemo ad esporre quanto accaduto alla Procura della Repubblica competente. Il nostro comitato OAP e tutti gli altri gruppi ed associazioni che si occupano e si preoccupano del benessere di questa città bistrattata da tempo- conclude Cianci- non solo non abbasseremo la guardia ma stiamo organizzando, uniti più che mai e senza colore di bandiere partitiche, un evento per San Valentino con chi più amiamo: la nostra città! Il contenitore di questo evento è I❤BARLETTA, nel quale ci sarà una confluenza di tutti i comitati, associazioni e cittadini che hanno a cuore la propria città senza altri fini. La partecipazione è aperta a tutti perché, a Barletta, non va tutto bene!»