«In meno di ventiquattro ore, la lapide in ricordo dei martiri delle foibe, italiani uccisi per volere di Tito, è stata deturpata.

Quanto accaduto non è soltanto uno sfregio alla città di Barletta bensì uno sfregio all’Italia intera, che con commozione, ogni anno, ricorda le vittime delle foibe». Queste le parole di Giuseppe Fergola ( segretario cittadino FdI) e Federico Tavani (segretario cittadino GN) i quali continuano affermando «un gesto vile e irrispettoso che lede la città di Barletta, un Comune che consta 21 vittime dell’odio Titino, le cui vittime, potrebbero essere avi di coloro i quali hanno compiuto tale gesto».

«Un gesto, inoltre – conclude la nota- che porta con sé oltre al danno economico anche la beffa. Non solo qualcuno ha cercato di cancellare il ricordo di un martirio ma, adesso, i cittadini barlettani dovranno anche pagare la conseguenza della bravata compiuta».

Anche Casapound ha espresso il proprio sdegno tramite un comunicato

Nella notte tra il 9 e il 10 febbraio, ovvero nella notte del ‘Giorno del Ricordo’, è stata danneggiata la lapide commemorativa dedicata ai martiri delle Foibe ubicata in via Manfredi. Il vergognoso gesto è accaduto solo poche ore dopo il saluto reso ai martiri dai militanti di CasaPound Italia e da molti cittadini.

«Colpire la lapide simbolo della memoria delle Foibe è un atto ignobile che palesa la mancanza di rispetto verso la nostra storia e verso i nostri connazionali, trucidati e costretti all’esodo dai partigiani titini e nostrani per la sola colpa di essere italiani», dichiara Andrea Cortellino, referente locale di Cpi. «Le Foibe sono uno dei più grandi crimini del Novecento – aggiunge Cortellino – purtroppo però ancor oggi sminuita o addirittura negata, e questo gesto dimostra l’assenza di una memoria condivisa. Siamo sconcertati anche dall’apprendere che un professore del Liceo Scientifico della nostra città si permetta di scrivere (o lasciar scritto) su una lavagna durante una lezione ‘W Tito’. La scuola dovrebbe insegnare la storia e non nasconderne o distorcerne alcune pagine, seppur scomode per professori di precisa estrazione politica».

«Auspichiamo – conclude il referente di Cpi – l’intervento tempestivo delle istituzioni per il ripristino della lapide commemorativa, nonché per l’organizzazione di iniziative volte a raccontare nei luoghi pubblici, a cominciare dalle scuole, le storie dimenticate di quegli italiani perseguitati, trucidati, e sradicati dalla loro patria».