Si è spento lo scorso sabato in Andria il giornalista e scrittore Michele Palumbo, a soli 59 anni dopo lunga degenza per la malattia che tuttavia non gli aveva mai impedito di seguire i fatti della cronaca locale, sempre seguito dall’affetto della sua scuola, il Liceo Scientifico Nuzzi, dove è aperta la camera ardente l’omaggio ad un valoroso comunicatore come spesso si definiva in prima persona. I funerali oggi nel pomeriggio.

Il ricordo nella testimonianza del giornalista di Barletta, Nino Vinella, assiduo nell’amicizia e nell’attività giornalistica e culturale come Direttore de “La Gazzetta dell’Archeologia on line” e Presidente del Comitato Italiano Pro Canne della Battaglia.

“Ciao Michele, oggi mi scuserai qualche parola su di te, il nostro nuovissimo inviato speciale da lassù: ci potrai scrivere di quanto è bello il mondo visto da quelle parti, scriverne proprio tu che lo hai fin troppo conosciuto vivendolo ad altezza d’uomo. Con la tua umanità acuta ed ironica al punto giusto. Tu che hai fatto della vita un momento continuo di conoscenza e di sapere sempre vivo. Tu che hai fatto della cultura una notizia, la notizia.

Caro Michele, mi scuserai oggi di qualche parola: oggi la notizia sei tu e come tutte le notizie, buone o cattive, ci porta novità oggi questa notizia: che ci addolori o ci faccia riflettere, in una triste domenica della nostra provincia, è relativo. Basta a farci raccogliere i pensieri, tante idee ed a portare, queste idee e quei pensieri in dono, come il nostro unico e più vero omaggio, quello più degno di te.

Le prime attività del nostro Comitato sono state siglate dalla tua partecipazione al ciclo di conferenze che inaugurarono nel 2002 la sede regionale della Lombardia, nel milanese, su uno dei temi a te più cari: Federico II di Svevia e Castel del Monte, l’ottagono di pietra. L’inizio ben quindici anni fa di un cammino che hai sempre vigilato a distanza e che, proprio grazie a te ed alla tua opera, ha colto frutti notevoli per mettere in evidenza agli occhi di tutti le bellezze della nostra terra.

Più che dire grazie in quelle forme cerimoniose dalle quali rifuggivi sempre e comunque, dovremmo prendere noi tutti esempio dal tuo modo di amare la Cultura, che è stata sempre la tua vera compagna di vita, sempre discreta, mai ostentata né tanto meno esibita ma vissuta e condivisa come autentica guida nel difficile e doloroso cammino di esperienze. Per tutto questo, ed anche molto, molto di più, caro Michele, noi ti sentiremo sempre al nostro fianco. Uno di noi, meglio di noi. Ciao, Michele…”