«La memoria della medaglia d’argento e medaglia di bronzo al valor militare Domenico Senatore deve poter incontrare l’intera città». Così il sindaco Pasquale Cascella in un incontro a Palazzo di Città con i famigliari del tenente colonnello dell’aeronautica caduto in missione nel 1941 sul cielo di Foggia, ha affrontato le questioni emerse a seguito del provvedimento riguardante la denominazione di una via di Barletta, nel quartiere “Medaglie d’oro”. Al di là dell’adesione del giovane Senatore al regime fascista, in tempi di autoritarismo, si era ritenuto di riconoscere lo spirito di servizio e il valore militare di un cittadino di Barletta, con una visione aperta del divenire storico della città decorata al valore militare e al merito civile per la partecipazione alla Resistenza che ha sconfitto il nazifascismo e liberato il paese restituendolo alla democrazia e ai valori sanciti dalla Costituzione.

Nell’incontro con Guido Senatore, fratello dell’aviere, e i nipoti Assunta e Alessandro, ricevuti insieme ad Angelo Iacovazzi e Vito Dibitonto, dell’Unione nazionale insigniti  al merito della Repubblica italiana (UNIMRI) che in giornata ha aperto la propria sede a Barletta dedicandola proprio a Domenico  Senatore, il sindaco ha richiamato i termini della discussione svoltasi in Consiglio comunale e delle polemiche politiche che lo avevamo indotto a sospendere la intitolazione della strada cittadina, tenendo conto dell’invito che lo stesso nipote, Alessandro Senatore, aveva pubblicamente rivolto a «rileggere la storia in modo diverso». Da parte sua, anche in vista di una riunione della commissione toponomastica, ha espresso l’auspicio che l’occasione possa favorire una riflessione su testimonianze di vita che, seppur controverse, incrociano vicende collettive come quelle che hanno segnato la storia della città di Barletta. «Si vuole così adempiere fino in fondo al dovere istituzionale – ha tenuto ad affermare il sindaco – di una approfondita ricognizione per condividere l’iter amministrativo sospeso, assumendo determinazioni consapevoli dello spirito unitario con cui la città deve vivere la memoria di tutti i suoi cittadini».