«Ancora una volta, il dibattito politico intorno al PD di Barletta (e della BAT), anche in occasione delle Primarie nazionali, rischia di consumarsi sulla contesa tra singoli esponenti locali, pur autorevoli, impegnati a sostegno di mozioni differenti, come già era accaduto per le scorse primarie del 2013 – è questa la riflessione di Ruggiero Crudele, iscritto e militante al Partito Democratico di Barletta e sostenitore, da sempre, di Matteo Renzi – Fatta salva, ovviamente, la rappresentanza e autorevolezza istituzionali dei sindaci e dei consiglieri regionali, non si renderebbe giustizia, e merito, però, ai tanti militanti e simpatizzanti del PD che spontaneamente si sono recati domenica scorsa alle urne per sostenere uno tra i tre candidati alla segreteria nazionale, senza magari nemmeno guardare o prestare attenzione alla composizione delle liste per l’Assemblea Nazionale. Si tradirebbe lo spirito stesso delle Primarie aperte alla partecipazione popolare per la scelta della leadership del PD, e del Paese, ricondurre il tutto alla prova di forza tra esponenti territoriali, immiserendo lo spirito “genuino” dei cittadini che, in tutt’Italia, hanno confermato il PD quale unica comunità nazionale che si confronta democraticamente e ne determina il profilo e la linea politica, coinvolgendo proprio il popolo per bloccare la deriva populista.

Personalmente, da iscritto e militante PD, con tante e tanti amici e simpatizzanti dei Comitati Renzi e -non ultimi- dei Comitati per il Sì (“Una battaglia persa non è una battaglia sbagliata”), abbiamo riconfermato il nostro sostegno a Matteo Renzi, convintamente e liberamente, per una rinnovata fiducia volta alla ripresa di un cammino che confermi il Partito Democratico alla guida del Paese, e dei territori, con l’impronta di una sinistra liberale e moderna che i tempi richiedono, in un contesto che non può essere più solo quello italiano bensì lo scenario europeo in cui l’Italia deve  tornare ad affermare il proprio ruolo di Paese fondatore. La responsabilità che abbiamo assegnato a Matteo Renzi è oggi ancor più rilevante, l’auspicio, per non dire la certezza, è che il PD è “in buone mani”, e con esso il Paese, e che la carica innovatrice del nostro Segretario Nazionale si riverberi in tutte le realtà locali».