Un grave stato di degrado e di anarchia: è quanto denuncia il Nucleo di Vigilanza I.F.A.E. – Ittica-faunistica, Ambientale ed Ecologica riguardo le attività svolte nel Parco Naturale Regionale “Fiume Ofanto”. «Già in data 23/06/2017, (con nota protocollo n. D076) – scrive il coordinatore del nucleo prof. Giuseppe Cava – lo scrivente inviava al Prefetto BAT, al Presidente della Giunta Regionale, al Presidente della Provincia di BAT e agli organi di stampa, specifica informativa con la quale illustrava dettagliatamente le problematiche in atto esprimendo forte preoccupazione per la situazione di degrado venutasi a creare nel territorio ricadente nell’area Parco Ofanto, aggravato dalla particolare situazione climatica caratterizzata da scarse precipitazioni e forte calura, nonché dai molteplici prelievi abusivi di acqua dal fiume per uso irriguo».

L’informativa, aggiunge la nota, «non ha avuto alcun riscontro e, al di là di alcuni articoli giornalistici e di servizi televisivi locali, nessuno dei soggetti destinatari della missiva ha ritenuto di comunicarci il riscontro e/o di concordare uno specifico utile incontro di approfondimento di una tematica intrisa di oggettiva complessità. Questo in barba ai principi normativi e di correttezza amministrativa che, se reiterati, ci vedrà costretti, nostro malgrado, ad interloquire con la magistratura competente. Il monitoraggio fluviale svolto dalle nostre guardie nel mese di luglio, ha consentito di accertare che il numero di motopompe attivate (talune di notevole potenza) è cresciuto drasticamente e che i prelievi di acqua vengono avviati nel pomeriggio ed attivi per tutta la notte. Anche il bracconaggio risulta in aumento. Pur consapevoli del fondamentale ruolo del settore agricolo nel nostro territorio, al quale riponiamo ammirazione e profondo rispetto e consci delle obiettive loro difficoltà dovute specialmente alla scarsità di acqua, ci pare impensabile che centinaia di motopompe prelevino acqua dal fiume in modo anarchico, con il rischio di prosciugarlo completamente determinando un vero e proprio disastro ambientale al già delicato e fragile sistema fluviale. Detta pratica, se praticabile, andrebbe urgentemente analizzata e normata».