«Timac è soddisfatta di poter annunciare l’ulteriore potenziamento della messa in sicurezza della falda acquifera. Non più un punto di pompaggio, ma tre, e un nuovo e più moderno sistema di trattamento delle acque, tutto reso possibile con il via libera concesso dagli enti locali in una recente Conferenza di servizi. Il nuovo meccanismo di pump and treat sarà vigilato da Arpa con periodici campionamenti di verifica». E’ quanto hanno annunciato in conferenza stampa i legali dell’azienda del gruppo Roullier Francesco Salvi e Matteo Benozzo (studio legale Pavia e Ansaldo). «In questo modo – hanno aggiunto – Timac ottempera completamente a tutti gli interventi imposti dalla delibera regionale n. 206/2016 previsti per la MISO falda, dopo aver, come è noto, già concluso da mesi quelli relativi alla MISO suolo definiti/approvati dalla DD 329/2015. Pertanto Timac ha adempiuto a tutto quello che gli enti hanno previsto e richiesto all’azienda nell’iter di messa in sicurezza complessivo dello stabilimento di Barletta».

I legali di Timac hanno inoltre fatto riferimento ai dati pubblicati recentemente sul monitoraggio ambientale di Barletta: «L’Istituto di Ricerca sulle Acque (IRSA) del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) nel suo ultimo report ribadisce ciò che diciamo da 444 giorni. Poiché non è stato possibile individuare l’identità dell’inquinatore, IRSA-CNR suggerisce di allargare l’area oggetto del monitoraggio ambientale, perché non si può affermare il principio per il quale non conta chi inquina realmente ma chi, secondo alcuni, può permettersi il costo di risanare l’inquinamento prodotto da altri». Nel corso della conferenza stampa, l’azienda ha reso noti i risultati degli ultimi accertamenti sull’impatto ambientale dello stabilimento: «I rilievi svolti da Arpa Umbria per Arpa Puglia hanno confermato le nostre certezze sulle emissioni in atmosfera, riscontrando ad esempio per le (tanto discusse) polveri valori ben 200 volte inferiori ai limiti di legge», ha sottolineato l’ingegnere Cédric Vienet, direttore dello stabilimento Timac di Barletta.

«I dati dimostrano che anche l’impatto di Timac sul traffico di Via Trani è irrilevante» ha ribadito l’ingegnere Giuseppe Lombardi, responsabile ambientale dello stabilimento.«Dai risultati del monitoraggio sulla mobilità urbana di Barletta, resi noti alcune settimane fa, emerge che nel tratto di via Trani si registra, tra entrata e uscita, un totale di 17.625 passaggi giornalieri, di cui 1.447 di mezzi pesanti. Da questi dati sono state tratte conclusioni totalmente infondate. A pieno regime produttivo, infatti, tra ingresso e uscita, Timac induce un traffico complessivo di mezzi pesanti pari mediamente a 25 automezzi al giorno. Pertanto, conti alla mano, l’impatto del traffico di mezzi pesanti indotti dalla Timac rispetto al totale riportato nello studio è circa dell’1,83% dei mezzi pesanti complessivi (e pari allo 0,15% rispetto al totale dei transiti). Stranamente, però, la presenza di mezzi pesanti è stata associata solo a due aziende (tra cui Timac), mentre non si è parlato affatto delle consistenti movimentazioni logistiche prodotte da centri commerciali o da altre numerose aziende presenti nell’area industriale di via Trani».