Nella mattinata odierna gli uomini del “Nucleo Operativo di Polizia Ambientale” (NOPA) della Direzione Marittima di Bari ha operato nel porto di Barletta il sequestro di un’area demaniale marittima dell’estensione di circa 4.000 mq. , nella quale sono ubicate alcune strutture in abbandono.

L’operazione è stata eseguita al termine di un’attività di indagine che ha evidenziato la presenza, nell’area in questione, di grossi quantitativi di rifiuti, alcuni dei quali di natura speciale e pericolosa. L’area sottoposta a sequestro risulta in concessione ad una Società di Bisceglie e destinata ad essere utilizzata per la realizzazione di un cantiere navale. In realtà gli accertamenti e le verifiche effettuate dal Nucleo di polizia ambientale hanno evidenziato che nessuna delle opere oggetto della concessione è stata realizzata e che l’intera area demaniale si presenta in stato di abbandono ed ormai destinata, di fatto, a discarica abusiva.

In particolare nell’area demaniale sono presenti rifiuti speciali (cassette di polistirolo, buste di plastica, galleggianti, ecc..),  oltre ad un accumulo di legname in due zone distinte della stessa area. L’ispezione condotta all’interno delle strutture sottoposte a sequestro, anch’esse in completo stato di decadimento, ha consentito di verificare  come la copertura sia interamente costituita da onduline in eternit (cemento-amianto). Allo stato, in diverse zone, si è accertato lo sfaldamento ed il decadimento delle stesse onduline, probabilmente dovuto alla forte attività erosiva del vento e a quella corrosiva della salsedine marina, oltre che alla totale assenza attività manutentiva eseguita nel tempo, tale da far temere una dispersione nell’ambiente di polvere di amianto.

Infine, nell’area sottoposta a sequestro è presente anche un autocarro con evidenti segni di corrosione ed in pessimo stato manutentivo, ormai ridotto ad un rottame. L’adozione dei provvedimenti cautelari si è resa necessaria per evitare il protrarsi della situazione di degrado accertata, il cui persistere costituisce un pericolo per la salute dei cittadini barlettani.