Lunedì prossimo saranno ufficializzate le liste per le candidature alle Elezioni politiche per eleggere il nuovo Parlamento domenica 4 marzo. Entra nel vivo, iniziando ufficialmente, la campagna elettorale per cui gli italiani sono chiamati a eleggere 630 deputati e 315 senatori con la nuova legge elettorale (L. n. 165 del 3 novembre 2017) detta “Rosatellum bis”. La complessità di questa nuova legge è stata ieri sera oggetto dell’incontro organizzato dal gruppo Barletta Cinque


Stelle, associazione che fa riferimento al Movimento 5 Stelle, con il prof. Nicola Grasso, docente di Diritto costituzionale all’Università del Salento. 27393558_10213574275484656_1877955217_o

La precedente legge con cui abbiamo votato alle Politiche del 2013 era stata ribattezzata “Porcellum” dallo stesso ministro leghista che l’aveva partorita, sottolineando proprio l’assurdità di tale testo, dichiarata poi incostituzionale nel 2014. Quella di oggi che affonda le basi nel cosiddetto “Mattarellum” del 1996, introduce un sistema elettorale misto proporzionale e maggioritario. Circa un terzo dei seggi tra Camera e Senato sarà eletto con il maggioritario; i due terzi saranno eletti con il proporzionale, in questo al contrario del Mattarellum. Nell’ultimo ventennio c’è stato un dibattito nella politica riguardante la convenienza di proporre un sistema maggioritario o proporzionale: il primo rende più facile la governabilità del Paese, ma il secondo meglio rappresenta la tradizione culturale-politica dell’Italia, soprattutto in questo momento in cui non può esistere un bipolarismo, anzi. Non ci sono le preferenze, tuttavia sapremo perfettamente a chi sta andando il nostro voto, poiché scritto sulle schede elettorali. Non è previsto il voto disgiunto, cioè si potrà votare soltanto il candidato al collegio uninominale o una delle liste che lo sostengono: se viene barrata la casella di un candidato al collegio uninominale e la casella di una lista diversa da quelle che lo appoggia, il voto sarà nullo. L’intero territorio nazionale viene diviso in tanti collegi affinché si renda possibile la conoscibilità della persona candidato, più 12 seggi per il collegio dell’estero; in ogni collegio vince all’uninominale chi ottiene più voti degli altri. La legge, inoltre, si rende portatrice del criterio delle quote rosa, cercando di garantire almeno il rapporto 60-40% tra i generi nella formazione delle liste. Tornano le coalizioni, eliminate dal Porcellum: lo sbarramento per coalizione è fissato al 10%, ma all’interno della coalizione i singoli partiti dovranno avere almeno il 3% per esprimere dei nominati. Sotto l’1% il voto è disperso, dall’1 al 3 e il voto viene considerato per la lista alleata che ha ottenuto il maggiore risultato. I candidati al proporzionale sono eletti secondo un complicato calcolo. Non è previsto un premio di maggioranza per il partito o per la coalizione che dovesse avere più voti degli altri. Il calcolo per i seggi in Parlamento verrà stabilito per la Camera su base nazionale, per il Senato su base regionale.

Anche il Movimento 5 Stelle ha voluto sottolineare con questo incontro la lotta all’astensionismo di massa, come tutti i partiti democratici, per non disperdere le energie e le possibilità legate al momento elettorale.