Chi al giorno d’oggi non conosce la “Tosca”? Per cultura, per passione o anche solo per sentito dire, l’opera più drammatica di Giacomo Puccini è da sempre un emblema del teatro ottocentesco. Il dramma storico del celebre Victorien Sardou è arrivato anche nelle sale cinematografiche in tempo reale: mercoledì 7 febbraio, infatti, alle ore 20.15 in diretta via satellite la Royal Opera House di Londra ha bucato anche lo schermo della Multisala Paolillo di Barletta, proponendo l’esperienza del thriller operistico di Puccini affidato alla direzione di Dan Ettinger e alla regia di Jonathan Kent. Una gremita Sala Manfredi ha suggellato l’eccellente riuscita di questo esperimento, in attesa del collegamento. Lo spettacolo teatrale, dipanato nei canonici tre atti, è stato intervallato dagli interventi dei magistrali interpreti dell’opera, che hanno rispettivamente delineato il profilo dei propri personaggi.

Adrianne Pieczonka ha, per esempio, descritto la sua Floria Tosca, protagonista indiscussa del capolavoro, come un personaggio molto stimolante da interpretare : “E’ una donna affascinante, che ha tutto, classe, bontà d’animo, bellezza, arte. Per lei ogni cosa è mutevole. E’ passionale e volitiva. Interpreto il suo ruolo da 10 anni ma ho imparato tante cose di lei crescendo come artista”.

Non sono però mancate anche le curiosità riguardo ai due rivali in amore per eccellenza. Jospeh Caleleja ha rivestito il ruolo del pittore Mario Cavaradossi, punto nodale della storia, complice della fuga di Cesare Angelotti e amante della celebre cantante: «E’ un uomo buono e al tempo stesso molto tenace. Ha una grande senso di giustizia e decide di mettersi in pericolo pur di aiutare il vecchio amico. Il suo amore con Tosca è peccaminoso e passionale, sono due italiani, quindi molto romantici e istintivi». Un protagonista degno dell’amore del suo pubblico dunque, eticamente giusto e fedele. Come ha risposto quindi Gerald Finley, interprete del cattivissimo Scarpia? «Ho ripetuto la parte di Scarpia dalle 100 alle 150 volte per entrare nel suo personaggio non solo mentalmente ma anche fisicamente. Per come l’ho inteso io, ho voluto dare vita ad uno Scarpia affascinante e manipolativo, che desidera la cattura di Angelotti ma al tempo stesso brama avidamente l’amore di Tosca e per ottenerlo tesserà un inganno”. Un dramma avvincente e ricco di patos quello di Sardou, in grado di suscitare suspance e che alterna tre temi chiave : storia, avventura e amore.

LA TRAMA

La trama si sviluppa nella Roma ottocentesca, all’indomani dell’abolizione della Repubblica Romana e del susseguirsi di rappresaglie nei confronti degli ex repubblicani. Fra questi, di spicco, Cesare Angelotti, Console della Repubblica, che evaso da Castel Sant’Angelo, chiede aiuto all’amico Mario Cavaradossi, pittore rinomato e amante della cantante Floria Tosca, che non si tira indietro. Ad ostacolarlo sia in amicizia che in amore però il capo della Polizia, il Barone Scarpia, uomo avido di vanagloria, che scatena contro di lui la sua perfidia. Sul palco sono state tre le scenografie ad incorniciare gli atti : la Chiesa di Sant’Andrea della Valle, luogo d’incontro fra Cavaradossi e Angelotti nonchè nido d’amore del pittore e della cantante; qui la diva si ingelosisce dell’amante fornendo inconsciamente a Scarpia mordente per ingannarla.

Il secondo atto ha visto come ambientazione l’appartamento di Scarpia a Palazzo Farnese: Tosca capisce di essere stata ingannata sulla presunta infedeltà dell’innamorato, nel frattempo tenuto prigioniero e torturato. Il secondo atto rappresenta sicuramente il momento più intenso di tutto il dramma, un turbinio vorticoso di emozioni contrastanti, in cui Tosca e Scarpia sembrano giocare al gatto e al topo in una lotta di potere. In cambio della liberazione dell’amato la cantante finge di concedersi all’antagonista, per poi pugnalarlo a morte. In ultimo, a chiudere la scena, la cornice di Castel Sant’Angelo: speranze e aspettative di un amore difficile e appassionato svaniscono nel nulla. I due amanti sono stati ingannati, Mario Cavaradossi viene fucilato e Tosca, consumata dal dolore, sale sul parapetto e si uccide gettandosi nel vuoto. Applausi e boati hanno concluso l’emozionante serata, premio di un componimento teatrale che ha goduto di un cast stellare, di una regia superba e della partitura musicale di un operista che è stato in grado, come gli stessi attori hanno evidenziato, di tratteggiare con le note dei suoi pentagrammi l’intima essenza dei personaggi.

La stagione di febbraio con la Royal Opera House alla Multisala Paolillo non termina qui: mercoledì 28 febbraio appuntamento con Il racconto d’inverno, commedia romantica di William Shakespeare.

A cura di Carol Serafino