Soddisfazione, emozione e voglia di superarsi ancora. Sono i sentimenti dell’autore barlettano Tommy Dibari alla notizia della ristampa di “Me la sono andata a cercare“, il suo quarto romanzo (Cairo editore, pp. 142, 13 euro), il terzo scritto a due mani, la cui uscita in libreria era datata settembre 2017. Il titolo scelto che di per sé è tutto un programma: è la storia di un viaggio che parte da Barletta, la città natale dell’autore. Uno spazio bellissimo e pettegolo al tempo stesso, nel quale l’amore per la scrittura che Dibari definisce bonariamente come una “malattia” non passerà, anzi crescerà negli anni. Le incessanti ricerche di scuole che nella regione accogliessero il suo progetto all’alba del terzo millennio si alterna con il costante desiderio di spiazzare i suoi allievi, costringendoli ad aprirsi, in scuole sempre più simili a ospedali, nei quali si respingono i malati e si curano i sani. «E’ un onore per me essere nelle maggiori librerie italiane –spiega Dibari- con un libro nel quale racconto l’età della giovinezza, quella in cui fagocitavi i sogni, costantemente proiettato verso l’avvenire. Il libro ha superato ogni aspettativa: dopo ‘Sarò vostra figlia ‘ non mi attendevo un risultato così importante ed è appunto andato in ristampa. Siamo ancora in tour, e non solo per ‘Me la sono andata a cercare’ ma anche per ‘Sarò vostra figlia’, che è uscito nel 2015. Immaginare che un libro abbia ancora successo a 3 anni dalla sua uscita è molto complicato, quasi impensabile».

Un successo importante in termini numerici e qualitativi, quello che ha condotto dopo meno di otto mesi alla ristampa di “Me la sono andata a cercare”, opera nella quale la scrittura creativa è assoluta protagonista: apre le porte verso mondi abitati da un’umanità fragile, come il centro di salute mentale, il carcere e un ricovero per anziani, dove Tommy frequenta la sua personale scuola di vita. Ora il tour per le piazze italiane ha preso il via, tra confronti, racconti e incroci. Come quelli dei tanti personaggi che combattono i propri demoni e si alternano nel volume: da Pino, detto Pinuccia, a Peppe il bambino che vuole essere o squalo, fino a Gino che parla della morte in cambio di una caramella al limone e ancora Michele, Pierluigi, Domenico, Carmine e Matteo. Volti e voci che Dibari non dimenticherà più e dalle quali sarà accompagnato per sempre. «L’editore Cairo – spiega l’autore – nella persona di Marco Garavaglia, è stato estremamente soddisfatto di questo dato. Il mio sogno è che possa diventare un film, ma in questo caso siamo in attesa di essere contattati da alcuni produttori. Io sono ben disposto per questo».

TOMMY DIBARI– E’ nato a Barletta nel 1974, è scrittore, autore televisivo, pubblicitario e docente di scrittura creativa presso il Centro Internazionale Alti Studi Universitari. E’ stato tra gli autori di programmi televisivi come Striscia la Notizia, Artù, Paperissima e Paperissima Sprint. Ha scritto per teatro e cinema ed è anche paroliere musicale. Insieme con Fabio Di Credico ha pubblicato “La Cambusa. Storia d’amore e di altre malattie” (Rizzoli, 2007) e “Non ho tempo da perdere” (Cairo, 2011). Nel 2015, sempre con Cairo Editore, ha pubblicato “Sarò vostra figlia se non mi fate mangiare le zucchine”.