I consiglieri regionali Mennea e Caracciolo

È subito rissa, verbale s’intende e a distanza, fra i due consiglieri regionali barlettani, Filippo Caracciolo e Ruggiero Mennea, entrambi del Partito Democratico, che da anni segnano un antagonismo interno che si riflette anche sulla politica cittadina. Avremmo potuto anche chiamarla dialettica politica, ma qui se le “suonano di santa ragione”, non mandandola proprio a dire. Tutto ha avuto inizio con un’intervista pubblicata dalla Gazzetta del Mezzogiorno a Ruggiero Mennea, che è anche consigliere comunale di opposizione oltre che membro della direzione nazionale e della segreteria regionale del PD per la corrente vicina a Renzi; questi accusa Caracciolo, anch’egli nella segreteria regionale del Partito come vicino al presidente Emiliano, di essere il «C.T. del gruppo di consiglieri comunali dissidenti che sta mettendo in difficoltà il sindaco Cannito», chiedendogli di smentire pubblicamente oppure di lasciare il PD. Continua denunciando questa sorta di ‘sabotaggio’, visto che i democratici sono risultati all’opposizione dello stesso Cannito, «per piegare il sindaco», come già in passato; Mennea consiglia al Sindaco di ritirare le dimissioni e tirare dritto per la sua strada.

Ovviamente, rapida la risposta del consigliere Caracciolo: «La rappresentazione della realtà politica che fa da sottofondo alla crisi dell’Amministrazione Cannito, proposta dal consigliere regionale Mennea risulta assolutamente farneticante e pregiudizievole, ma assolutamente in linea con il “Mennea pensiero”. Quelle espresse da Mennea sono pure affermazioni denigratorie rispetto alla mia persona e al mio operato politico». Poi prosegue ricordando che «la scelta del dr. Dino Delvecchio a candidato Sindaco della coalizione del centro-sinistra PD in primis, è stata voluta fortemente dal sottoscritto ed ha incontrato forti opposizioni da parte del consigliere Mennea che ha utilizzato tutte le armi possibili perché il progetto naufragasse arrivando a impegnarsi affinché il partito democratico non esibisse il proprio simbolo, e presentasse la propria lista. In quella fase pre-elettorale cercò in tutti i modi di patrocinare la presenza di una lista civica a matrice PD asservita alla coalizione elettorale del dr. Cannito.

Inoltre il consigliere Mennea cercò in tutti i modi di opporsi al volere della direzione barlettana del PD tentando di imporre candidature a lui vicine ma assolutamente lontane dall’azione di rinnovamento etico del circolo di Barletta che vedeva e poi ha visto, grazie anche al mio impegno, la candidatura del dr. Dino Delvecchio». «Il consigliere Mennea, con attitudini tipiche della commedia dell’arte, piuttosto che occuparsi della politica, del bene della Città che lo ha votato, preferisce esibirsi in attacchi personali, in minacce gratuite[…]. Evidentemente il consigliere Mennea partorisce la propria linea “pseudopolitica” in ambienti domestici, dove gli è facile creare alleanze trasversali col mondo dell’estrema destra a lui molto vicino.

L’azione messa in campo dal consigliere Mennea è rivolta anche contro l’operato del presidente Emiliano, probabilmente ritiene che, metterla in rissa, favorisca la sua ascesa al ruolo di assessore, dimenticando che la giunta Emiliano è stata sempre strutturata in modo che gli assessori coniugassero competenza specifica e legame con i territori di appartenenza.  Evidentemente Mennea ritiene che sia difficile coniugare nella sua persona queste due caratteristiche e crede (inutilmente) che alzare polveroni mediatici sia la via migliore per porre condizionamenti al Presidente della Regione Puglia e al PD in vista della prossima competizione elettorale regionale[…].

In questo momento storico il vero timore è osservare come il progetto Cannito stia naufragando per incapacità di governo, di gestione, di mediazione.  E, appare paradossale che, l’azione amministrativa mai partita dell’amministrazione Cannito, trovi significative sponde di aiuto, nel consigliere Mennea che, in teoria e solo in teoria, dovrebbe occuparsi del suo ruolo di oppositore.  Invece sta passando il concetto che il Sindaco Cannito debba governare con il consenso delle opposizioni e del Pd in particolare. Questa è una straordinaria assurdità che chiedo al PD regionale, provinciale e locale di smantellare quanto prima e in modo ufficiale».