L’appena trascorsa giornata di Ferragosto ha lasciato una profonda amarezza nel cuore di tutti gli amanti della cultura che avrebbero voluto godere di una visita ai principali siti e monumenti storici della città di Barletta. Tutte le mete sono state invece chiuse al pubblico, così non sono mancati risentimenti e dibattiti sulla questione. A questo proposito abbiamo intervistato il giornalista Nino Vinella, presidente del comitato italiano Pro Canne della Battaglia, un’organizzazione di volontariato attiva nel settore dei beni culturali e del turismo dal 1953.

La chiusura dei principali siti culturali e monumenti barlettani in una giornata come quella del Ferragosto: da cosa è dipesa e perché non si è pensato a come rimediare?

«Da quanto ne sappiamo, la chiusura è avvenuta per carenza del personale preposto alla vigilanza e custodia degli immobili comunali, nonché a garantire il regolare afflusso dei visitatori. Ferragosto è stata una giornata da… bollino nero. Ma Barletta ha imboccato l’autostrada… contromano, sfuggendo alla corrente positiva del movimento turistico e dunque vanificando ogni sforzo compiuto per la promozione dell’accoglienza».

Canne della Battaglia, meta ambitissima dal turismo in Puglia, chiusa anch’essa. Per quale motivo?

«Il Parco archeologico di Canne della Battaglia, è stato oggetto a fine luglio dell’abituale tavolo tecnico di contrattazione sindacale fra le organizzazioni dei lavoratori ed il Polo museale, soggetto gestore, dove si fa il monitoraggio del fabbisogno di personale a fronte del budget disponibile. Infatti, il Comune di Barletta ne è proprietario (con acquisto da privati nel giugno 1937) ma in pratica da sempre ne ha demandato la gestione allo Stato, alla Soprintendenza ed oggi al neonato Polo museale figlio della riforma Franceschini. Ciò premesso, va detto chiaro e tondo che ogni provvedimento sul personale passa perciò oltre la potestà del Comune di Barletta, ovvero scavalca anche per quanto attiene ogni altra forma utilitaristica salvo che pagare le spese (Bar.S.A., verde etc etc) rinunciando ad ogni altro eventuale introito, benché oggi l’ingresso al sito sia a titolo gratuito (in virtù della recentissima convenzione, dicembre 2017, stipulata appunto con il Polo museale dopo la decadenza dell’originario Protocollo d’intesa del febbraio 1999).Nello specifico, la “pezza a colore” trovata per giustificarsi è stata che, guarda caso, Ferragosto 2018 è capitato di mercoledì, quando ordinariamente Antiquarium e Parco archeologico sono chiusi al pubblico che vi può accedere solo dal giovedì alla domenica compresa».

Quali sono le ripercussioni di questa decisione sul futuro della città e di siti storici come quello della Cittadella?

«Molteplici ma sfavorevoli. Pensate alla pioggia di euro che sta cadendo su Canne della Battaglia in virtù della legge regionale vecchia del 2011 ma finanziata con i primi 300.000 euro solo quest’anno. Pioggia che renderebbe fertile il territorio ma che purtroppo si disperde a causa, per esempio, della mancata soluzione a problemi vecchi di sempre: tipo la difficoltà o addirittura irraggiungibilità del sito per i trasporti. La linea ferroviaria Barletta-Spinazzola vanta un primato nazionale, con la sua unica stazioncina di Canne della Battaglia lì a qualche centinaio di metri: noi del Comitato la presidiamo dal 2002 stabilmente per effetto di un comodato d’uso con Rete Ferroviaria Italiana. Ma siamo volontari e ci abbiamo profuso sacrifici, impegno, passione, tempo libero ed anche quei pochi soldi racimolati dal 5 per mille».

In realtà secondo lei quali sono state le problematiche a monte di questa chiusura?
«Si affrontano i problemi senza una visione unitaria e logica. In campagna elettorale, il nostro Comitato ha proposto all’allora candidato Sindaco Cannito in un pubblico incontro tenutosi proprio negli spazi della stazioncina a Canne della Battaglia (“Re-connect Cannae”) di rivendicare a sé la regi unitaria di tutte le questioni riconducibili: dalla viabilità ai trasporti, dall’agricoltura all’ambiente e quant’altro. Solo così sarà possibile garantire risparmio di pubblico denaro ed efficacia risolutiva».

Cosa si potrebbe proporre all’amministrazione per migliorare la gestione culturale della città della Disfida?
«Di passare da una fase di marca dirigenziale (spesso i provvedimenti sono assunti in autonomia rispetto alla politica amministrativa) ad una nuova epoca di coinvolgimento serio delle Associazioni e di quel vasto modo che si chiama “Terzo Settore”, mondo nel quale ci sono risorse e forze fresche talvolta misconosciute o discriminate».