«In questa rovente estate di politica barlettana, si legge un pò di tutto, in un caos che molti  credono di governare, altri di interpretare e chi attende il momento opportuno per imporre le proprie scelte.  Nelle more, dai banchi delle minoranze, tutti che auspicano il “cambiamento”, senza però cercarlo realmente, tanto da svalutarne il significato stesso. Tanto da ignorare che il cambiamento si fa con il sudore e non con la saliva; che il cambiamento si fa con la volontà e non con i proclami». A scrivere è Stella Mele, consigliere comunale di Fratelli d’Italia. «Però ora basta, non si può più continuare in questa patetica mostra di muscoli, peraltro dopati».
«Due mesi – spiega – quelli appena trascorsi, che non solo stanno facendo perdere il contatto con la realtà, ma soprattutto continuano a generare una pessima immagine verso la comunità cittadina (con il rischio della “generalizzazione” che finisce per inghiottire ingiustamente tutto e tutti) che invece, mai come oggi, avrebbe bisogno di chiarezza, ma sopratutto di speranza di voltare pagina, di cambiare storia, di provare a immaginare un domani diverso. Se qualcuno pensa (come qualcuno va dicendo), che questa “impasse amministrativa” è dovuta alla diversa composizione ideologica dell’attuale maggioranza, non si sta semplicemente sbagliando, ma mente sapendo di mentire. Chiunque lo vada dicendo conosce bene le regole del gioco e la regia che c’è dietro questo spettacolo indegno e desolante a cui assistiamo da fin troppo tempo».
«Ignorare questa realtà o meglio puntare il dito sulle differenze valoriali – aggiunge la Mele – come se il problema risiedesse in questo, è da disonesti… non riconoscerlo è da complici, soprattutto se ci si trincera dietro la storiella dell’ appartenenza ideologica.
Ne abbiamo visti, nel tempo, di finti comunisti con il rolex o la mercedes o di cialtroni che vantavano una tessera di destra o che, di centro-dx o di centro-sx, lo erano da appena cinque minuti. E abbiamo visto anche grillini che prima di diventarlo votavano a destra o a sinistra e molti dei quali sono poi anche tornati a farlo.  Il trasformismo e il doppiogiochismo, insomma, non hanno mai risparmiato nessun partito.  Ecco perché la lezione morale, di fronte ad una grande battaglia (questa sì che è etica e morale!), lascia il tempo che trova. È ipocrita chi la chiede, è ipocrita chi la fa.  Abbiamo dato vita ad una coalizione civica, ammainando le bandiere di partito perché il bene della Città diventasse finalmente un valore supremo. Perché tutti, ognuno con il suo background valoriale, potessero apportare il proprio contributo, senza condizionamenti partitici».
«Abbiamo sbagliato? “Non lo so” è la mia risposta più sincera di sempre. So però che per molti versi lo “sbaglio” si è rivelato quello più giusto della storia politico-amministrativa di questa Città, perché ci consegna una grande opportunità di cambiamento ed un Sindaco che sta riuscendo laddove tutti gli altri hanno fallito: mettere al bando chi si dimostra più attento agli interessi “particolari” e non a quelli “generali”. Finiamola, quindi, di nasconderci dietro il paravento dell’essenza ideologica (che pure resta sacrosanta, legittima ed importante, ma non in un contesto locale e delicato come questo).  La si smetta di scomodare invano qualcosa di nobile, che pure appartiene orgogliosamente alla storia e al percorso di ognuno di noi e si cerchi, invece, di ammettere a se stessi, prima ancora che ai cittadini, che qui si sta combattendo una battaglia fra un certo modo di fare politica ed un modo diverso di intenderla.  Si scelga, piuttosto, da che parte stare.  Noi sappiamo chi siamo e cosa vogliamo per Barletta. Ci siamo dati delle regole basilari, regole che fondano le proprie radici in un percorso di militanza che ci ha resi donne e uomini liberi, ma soprattutto donne e uomini con una visione della Città, con una capacità di pensiero, di elaborazione e di proposta politica. Tutto il resto appartiene alla fiera dello sport dello sciacallaggio politico o di quello doppio giochista ed affaristico.
«Facciamo in modo – conclude la Mele – per una volta, questa, l’ultima volta possibile, di essere tutti capaci di assumerci la responsabilità che il momento richiede, la maturità per capire che Barletta deve cambiare e che o si cambia registro oppure non avremo più nulla da dire, se non un “si salvi chi può” a chi vorrà continuare a servirsi della politica. Diversamente, si tratterebbe di una “delusione” per chi avrebbe voluto dare il suo contributo. Quindi, bando alle ciance, ai rolex, alle mercedes e alle tessere di partito, ma zaino in spalla! Si è ancora in tempo per costruire una nuova storia, diversa, bella e passionale, seria e di respiro. Con chi ci sta.  Non c’è altro tempo da perdere, perché se si continua così, la responsabilità di questa amministrazione sarà una macchia indelebile che, al pari delle precedenti, non andrà più via e brucerebbe ancora altre generazioni di concittadini alle quali già oggi bisognerebbe rendere conto per alcuni orrori del passato.  La parola d’ordine sia una sola: Barletta! Senza barare, senza infingimenti, senza doppi giochi e senza sterili moralismi».