Una data, quella del 14 settembre 2018, che resterà purtroppo indimenticabile. Una caduta, un dolore che cambia la vita. La storia di Chiara è un pugno dritto allo stomaco. Chiara, barlettana, è una studentessa di 20 anni, iscritta al terzo anno del corso di Ingegneria Gestionale presso l’Università di Bari. Poco più di un mese fa, è partita per l’Erasmus e ha raggiunto Manresa, centro universitario a pochi chilometri da Barcellona. Un cornicione si sgretola e Chiara cade nel vuoto. La soccorrono gli amici, ma il suo battito cardiaco è già rallentato. Così la giovane viene trasportata all’ospedale universitario di Terrassa per subire un intervento al cervello della durata di 5 ore.  Dopo 20 giorni di coma, Chiara ha aperto gli occhi e ha cominciato a respirare autonomamente.  A raccontare la vicenda che riguarda Chiara è la pagina Facebook Carlo Cafiero Web, organo di informazione ufficiale del liceo scientifico “Cafiero” di Barletta, frequentato dalla giovanissima Chiara prima di avviare il percorso universitario.

Attraverso  la pagina Facebook Carlo Cafiero Web, il papà di Chiara – Giacomo – ha voluto lanciare un messaggio a tutti coloro che si stanno dimostrando vicini e che vorrebbero fare qualcosa: «Chiara oggi è a un bivio – spiega – decidere se aspettare la riabilitazione per Innsbruck, risolvendo le problematiche neuro chirurgiche in Spagna, con tante incognite, tanti se e tanti ma; oppure decidere di ritornare nella sua Patria, l’Italia, in un centro di Neurochirurgia con esperienza nei casi di trauma cranico grave e da lì Innsbruck è sicuramente più vicina – spiega – inoltre volevo precisare che le coordinate bancarie che hanno fatto già un giro virale, sono coordinate bancarie del nostro conto personale e sono esatte. Sono state inviate agli amici più stretti e poi fatalmente sono arrivate anche ai conoscenti e non. La linea guida è sempre la stessa per la nostra famiglia, cioè portare Chiara ad Innsbruck o direttamente o indirettamente, per risolvere prima neurochirurgicamente il liquido cerebro-rachidiano in eccesso che si forma nei casi di trauma cranico grave. Grazie anche alla vostra solidarietà sarà possibile perseguire questo sogno e per donare forza alla nostra Chiara. Per conoscere l’iban contattate in privato nostra figlia Maria Luisa».