Un servizio inarrestabile quello della Caritas Barletta, che offre ai più bisognosi ausilii di ogni genere: servizio lavanderia, barberia, dormitorio notturno, unità di strada notturna, ambulatorio, servizio docce, distribuzione di alimenti, servizio legale volontario, servizio baby e molti altri ancora. Fra questi un particolare riscontro da parte della cittadinanza barlettana ha avuto l’iniziativa dalla boutique solidale, aperta il martedì e il giovedì dalle 18:00 alle 20:00, garantita dalla supervisione di due volontari a turno, mentre altri tre si occupano della catalogazione, divisione e conservazione degli indumenti. Abbiamo intervistato il Presidente Caritas Lorenzo Chieppa per saperne di più.

Come è nata l’iniziativa della boutique solidale? 

«La boutique solidale Caritas Barletta rientra nei servizi che tutte le Caritas a livello internazionale dispensano. I nostri ospiti passano prima dal centro di ascolto dove hanno modo di parlare con i nostri volontari e da questa interlocuzione viene stilata una scheda telematica dei bisogni, con dati anagrafici, fotografia e soprattutto il perimetro delle loro necessità. Da qui scaturisce l’accesso ai nostri servizi, dalla mensa, al dormitorio, al servizio lavanderia, servizio baby, fra cui anche la boutique solidale per uomini, donne e bambini. Gli indumenti raccolti hanno una sorta di direttrice che è quella del “donato spontaneo” da parte dei nostri concittadini. Il donato riacquista una nuova vita, viene qualificato, laddove ci fosse necessità di lavare o cucire qualcosa, anche se solitamente i capi sono in buono stato. Il martedì gli ospiti prenotano il vestiario di cui hanno bisogno e il giovedì passano a ritirarlo. In questo modo è più semplice per loro».

Qual è il riscontro da parte dei cittadini barlettani? 

«I barlettani sono molto solidali. Abbiamo modo di vederlo non solo nel donato di vestiario o scarpe ma anche nel donato di alimenti. Da cinque anni abbiamo avviato la nostra mensa, attraverso ogni possibile convenzione per il recupero delle eccedenze alimentari. In questo momento noi siamo in convenzione con la Caserma Stella: tutto ciò che i militari non riescono a consumare viene messo in sicurezza dal punto di vista alimentare e arriva al nostro furgoncino. La nostra mensa è capace di oltre 170 pasti al giorno al punto che siamo il principale ristorante barlettano per la Asl. Ci pervengono anche capi di vestiario nuovi, grazie alla generosità di aziende che decidono di dismettere i propri campionari. Una terzia via è l’aiuto dei corpi militari, in particolare guardia di finanza, carabinieri e polizia urbana: quando nelle operazioni di polizia effettuano sequestri con merci contraffatte, queste vengono rese alla Caritas e noi, una volta ricomposta la merce, la doniamo ai nostri ospiti».

In termini concreti di quanto aiuto c’è bisogno? 

«Siamo soliti stilare un bilancio non solo economico e finanziario sottoposto al vaglio della nostra Diocesi ma anche un bilancio sociale, ovvero una trasformazione in numeri dei servizi erogati da Caritas Barletta sulla comunità. Questo vuol dire che valorizzando ogni servizio, grazie alle provvidenze dell’8 per mille, della Chiesa e del Comune, il rapporto che ne consegue è di uno a otto: ogni euro che viene donato alla Caritas viene conferito per otto volte in termini di servizi gratuiti alla cittadinanza».

Ci sono in serbo iniziative future? 

«Assolutamente sì. La Caritas è sempre un cantiere. Già da qualche mese abbiamo siglato un comodato modale con la Confraternita del Monte di Pietà. La diocesi ha individuato come ente ecclesiastico l’ente che gestisce la Caritas e quindi avremo a disposizione dei luoghi molti più ampi rispetto a quelli attuali. La Diocesi ha deciso di destinare la stecca laterale a quella della Prefettura. Avremo dunque oltre 40 posti letto, e potremo finalmente ricongiungere la mensa che in questo momento è in via Barberini, accorpando accoglienza diurna e accoglienza notturna tutta in un luogo. Un bel passo avanti».

A cura di Carol Serafino