Vincitrice delle Olimpiadi di Italiano 2019 è una giovane 16enne di Barletta, Mariagrazia Losurdo. La giovane donna frequenta il quarto anno all’IISS Garrone, ama l’italiano e lo considera una lingua estremamente perfetta. Così la sua passione l’ha portata a vincere le Olimpiadi nazionali, classificandosi prima con altri quattro studenti giunti per le selezioni finali a Torino da altre parti d’Italia. La competizione organizzata dal Ministero dell’Istruzione ha infatti lo scopo di avvicinare giovani studenti alla loro lingua madre, per rafforzare nelle scuole lo studio dell’italiano come materia.

 

Raccontaci la tua esperienza con le Olimpiadi di Italiano: cosa ha significato per te parteciparvi?

«Devo premettere di essere una persona che si mette in discussione e mette in discussione le proprie capacità ogni volta che le si presenta l’occasione. Le Olimpiadi di Italiano quest’anno sono state per me un po’ una sfida con me stessa. Avendo già raggiunto un buon risultato lo scorso anno ero in parte convinta di non poter far meglio, ero anche restia a partecipare. Infine ho deciso di partecipare e ho vissuto quest’esperienza abbastanza serenamente, è stata per me un’occasione fantastica, abbiamo avuto l’opportunità di visitare una città come Torino. Ragazzi provenienti da ogni parte d’Italia si sono ritrovati nello stesso posto creando un’atmosfera magica con un senso di appartenenza enorme. Ho avuto la fortuna di condividere quest’esperienza con la mia docente di Italiano, una persona straordinaria e indimenticabile per me. Ero molto emozionata, sono stata emozionatissima al momento della premiazione perché non me l’aspettavo. Quest’esperienza mi ha reso un po’ più sicura di me stessa e credo sia questa l’eredità più bella che le Olimpiadi mi lasceranno».

Che valore ha la cultura al giorno d’oggi a tuo avviso?

«Al giorno d’oggi la cultura è l’ancora per un’umanità che altrimenti affonderebbe. Oggi, tempo di Facebook e di leoni da tastiera, la cultura viene sottovalutata come se quello che si impara nei banchi di scuola non sia indispensabile invece è proprio questo che crea delle persone estremamente migliori. Credo che se tutti avessero preso un libro in mano in vita loro e l’avessero letto comprendendo cosa significa imparare qualcosa, saprebbero che quando possiedi un argomento non esiste l’odio, non esistono pregiudizi. La cultura rende una persona diversa, più capace di integrarsi, di osservare. È essenziale al giorno d’oggi come antidoto alla manipolazione e a qualsiasi cosa di negativo. Chi è acculturato viene spesso schernito ma la cultura è bellezza, rende la gente migliore».

Qual è la tua poesia preferita?

«Adoro Qualche parola sull’anima, della poetessa polacca di Wislawa Szymborskae anche Un adolescentedella stessa autrice, adoro il modo in cui scrive, delicato ma che va a toccare comunque temi molto importanti. Qualche parole sull’animaè un elogio all’anima, scritto in maniera semplice ma emozionante, riesce a trasmettere. Adoro anche Sono nata il 21 a primaveradi Alda Merini e ho letto anche Poesie di Hermann Hesse».

In cosa consiste la perfezione dell’Italiano secondo te?

«Credo che una lingua debba essenzialmente trasmettere emozioni, essere un modo per esprimere se stesso e credo che l’Italiano riesca perfettamente in questo grazie alla sua completezza. Ci sono suoni e parole che vanno al di là della parola stessa. L’italiano è una lingua che supera la lingua, funzionale, sentimentale, nata dal desiderio di esprimere qualcosa. È la lingua dell’espressione e con la sua musicalità, essendo insieme e non frammento, è inimitabile. La poesia in italiano ha tutto un altro sapore perché l’Italiano è la lingua della poesia».

Quali sono i tuoi autori preferiti della letteratura italiana?

«La mia autrice preferita è Oriana Fallaci, per la scrittura forte, diretta, arriva immediatamente nel cuore. Le sue opere che preferisco sono senza dubbio Lettera ad un bambino mai nato, vera e propria opera d’arte sull’aborto, mi è piaciuto molto il reportage Il sesso inutile, ho letto anche Un uomo, una storia di coraggio assoluta e fantastica».

Cosa ti piacerebbe studiare dopo la maturità?

«Non ho ancora le idee chiare, sin da quando ero bambina il mio sogno è sempre stato studiare Medicina all’Università, ma grazie ai miei studi attuali mi si sono aperte altre opportunità. Un’altra delle mie passioni è scrivere, mi piacerebbe svolgere anche la carriera giornalistica, ma sto ancora decidendo».

Pensando a te tra dieci anni come ti vedi proiettata a livello professionale?

«Tra dieci anni mi vedo in un villaggio sperduto dell’Africa. Voglio assolutamente diventare una volontaria e partire per l’Africa, qualunque sia la scelta che farò all’università tra dieci anni sarò lì. Ho sempre sentito il desiderio di essere utile alla comunità e ho sempre sentito che l’Africa è il posto in cui potrei fare tanto. Mi piace immaginarmi così, a guardare il tramonto sul Sahara».