Il tempo trascorso non ne ha scalfito il ricordo. Il coraggio, il senso della responsabilità, lo spirito di sacrificio, la determinazione nel far prevalere i valori democratici sino al sacrificio, sono stati un argine agli orrori degli anni di piombo e hanno reso il suo esempio patrimonio della memoria collettiva e, in particolare, di due città: Milano e Barletta. Il profondo rispetto per chi viveva il dramma della carcerazione e la vocazione all’umanità, al dialogo hanno contribuito inoltre a far riflettere le istituzioni e la società sulla esigenza di una trasformazione del sistema penitenziario, sull’importanza di riabilitare e reinserire il detenuto dopo l’espiazione della pena”.

Sono parole del sindaco Cosimo Cannito il quale, in occasione del Giorno della Memoria dedicato alle vittime del terrorismo, ricorda la figura del barlettano Francesco Di Cataldo, maresciallo maggiore del Corpo degli Agenti di custodia assassinato da un gruppo di terroristi mentre si recava al lavoro dalla sua abitazione di Crescenzago alla casa circondariale di San Vittore, dove ricopriva l’incarico di vice comandante. Era il 20 aprile del 1978. Riconosciuto “Vittima del dovere”, nel 2004 il Capo dello Stato Carlo Azeglio Ciampi gli conferì la Medaglia d’oro al Merito Civile alla memoria. Nel 2017 l’Amministrazione Penitenziaria e il Ministero della Giustizia scelsero di intitolargli la storica struttura milanese di San Vittore, dove una sala convegni già riportava nitidamente il suo nome. Sempre nel capoluogo lombardo il parco di via Tremelloni ne evoca il ricordo.

Il Comune di Barletta, dopo avergli dedicato una strada, lo scorso anno ha provveduto allo scoprimento di una lapide dinanzi all’abitazione natale, in via XX settembre n. 85. Lì dove domani, alle ore 11, è prevista una pubblica cerimonia commemorativa con la deposizione di un omaggio floreale. Vi parteciperanno, con il primo cittadino, il presidente del Consiglio comunale Sabino Di Cataldo, nipote della vittima, gli assessori e i consiglieri comunali.