Contribuire a tenere vivi i valori della Resistenza il cui compito, ancora oggi, non è affatto esaurito. È il messaggio che giunge da “Novecinquesei Diario della Resistenza di un soldato” presentato nella sala conferenze del Castello e inserito nel programma del “Maggio dei libri”. Un lavoro curato da Roberto Tarantino per non dimenticare i 650.000 militari italiani internati nei lager nazisti dopo l’8 settembre del 1943. Un evento promosso dall’amministrazione comunale e dalla Biblioteca Loffredo in collaborazione con il “Centro per il libro e la lettura”, l’ANPI BAT, Durango Edizioni e i “Presidi del Libro”.  Al tavolo dei relatori con il curatore Roberto Tarantino, il Professore Emerito di Diritto Internazionale dell’Università Aldo Moro di Bari Ugo Villani, l’editore Felice Di Lernia (Durango Edizioni). A Luciano Simone il compito di leggere alcuni estratti del libro.

Una prima versione dello stesso Diario era stata presentata nel 1998 da Maria Grasso Tarantino (figlia del Colonnello Francesco Grasso Comandante del Presidio Militare nel 1943 e madre di Roberto Tarantino), che avviò e sostenne iniziative di rilettura degli eventi storici verificatisi a Barletta durante l’occupazione nazista del 1943 sino al conferimento alla città delle Medaglie d’Oro al Merito Civile e al Valor Militare. Dopo 21 anni molte cose sono cambiate, la storia è stata riveduta e riscritta alla luce di nuovi documenti e testimonianze finalizzate a cancellare false verità in nome dell’autenticità dei fatti e di una coscienza critica condivisa con il territorio, con le istituzioni e con le scuole di ogni ordine e grado dell’intera provincia. Costante e intenso in questa direzione l’impegno dell’Archivio della Resistenza e della Memoria coordinato dal Prof. Luigi Di Cuonzo, in perfetta condivisione con i dirigenti scolastici, i docenti, gli alunni, le associazioni, gli Enti Locali: insieme hanno alimentato la Didattica della Memoria, corroborata dagli incontri con storici, studiosi, giornalisti della materia come Gerhard Schreiber, Mario Pirani, Roberto Olla e con i Sopravvissuti della Shoah (Shlomo Venezia, Pietro Terracina, Pupa Garribba).

La “rielaborazione” del Diario del Col. Grasso – dice Roberto Tarantino – mira a rafforzare l’aspetto storico e pedagogico della Battaglia di Barletta. Di qui la realizzazione del corto a disegni animati “Novecinquesei” proiettato nel corso della serata e realizzato da ex alunni dell’Istituto Colasanto di Andria dove Tarantino è stato Dirigente Scolastico. Un corto apprezzato e applaudito dai presenti.

Non è vero che i ragazzi sono indifferenti. Sanno pensare e lavorare bene con le giuste sollecitazioni” afferma Tarantino ringraziando Nadia Sgaramella e l’intero staff degli ex studenti per l’opera svolta. L’ammirazione giunge anche da Emanuele Romallo Responsabile della Biblioteca Loffredo e dall’editore Felice Di Lernia. Quest’ultimo sottolinea la funzione di sopravvivenza che ha avuto il diario per il Col. Grasso, scritti annotati negli spazi bianchi di un piccolo messale.

Il Prof. Ugo Villani nel suo intervento focalizza l’attenzione sulla coerenza del Col. Grasso, sulla sua scelta. Villani traccia una panoramica su quanto avvenne in quei giorni nefasti che seguirono l’8 settembre del ’43 che sentenziarono la fine di un regime e la reazione di civili e militari.

Solo un numero esiguo di militari aderì alla Repubblica Sociale Italiana, gli altri pagarono duramente le conseguenze della loro decisione. E 956 era il numero del prigioniero Col. Francesco Grasso che dopo aver difeso la città con pochi soldati e pochi mezzi dall’attacco dei nazisti, si arrese la mattina del 12 settembre del ’43 per evitare la distruzione della città.

Grasso rifiutò categoricamente di “stare con il regime di Salò” e fu internato per 22 mesi tra Tschenstochau e Norimberga. Al suo rientro in Patria, a Barletta, il 3 luglio del 1945 lo attendeva un processo con l’accusa di resa al nemico. “In tutto questo – dice Villani – più volte nel diario si ripete il categorico NO alla richiesta di adesione così come si ripete nei suoi scritti l’immensa tristezza, la fame, il freddo, l’amore e l’affetto per i suoi cari. Brillano il rigore, il senso del dovere, il pudore dei sentimenti, le profonde emozioni tra le sofferenze e le pene quotidiane”.

All’Ambulatorio Popolare di Barletta vanno i diritti d’autore del libro” annuncia Roberto Tarantino nel corso della serata, plaudendo l’operato del suo fondatore Cosimo Matteucci e dei volontari dell’organizzazione.