«Gli anni della storia sembrano lunghi e lontani, ma in realtà non sono che un soffio, e gli avvenimenti apparentemente dispersi in quella dimensione della storia che è il tempo sono in realtà vicini e collegati da quel misterioso robustissimo filo che è la memoria degli uomini».

Andrea Rossi (1986)

Il ricordo è quanto di più importante l’uomo possa avere del suo passato. Tutto il mondo difficilmente dimenticherà i tanti episodi dolorosi che la Seconda Guerra Mondiale ha lasciato in eredità all’umanità. Anche la Città di Barletta ha le sue ferite, i suoi eroi. Ed era davvero un eroe Ruggiero Stella, sergente maggiore nato a Barletta, strappato alla sua giovinezza dalla barbarie della guerra.  Ruggiero Stella nacque nel 1914, fu sergente maggiore del X “Reggimento Genio”. Nel 1941 fu chiamato al servizio di leva e inviato in Abissina, dove fu assegnato al caposaldo di Culqualber. Ruggiero, geniere militare, si occupava della posa di campi minati.  Perse la vita per una scarica di colpi di mitragliatrice il 21 novembre 1941. Oggi, nell’anniversario della sua morte, riproponiamo la sua storia, come importante riferimento dell’onore barlettano nel quadro globale della seconda guerra mondiale.

L’ASSEDIO DI CULQUALBER – GONDAR (ABISSINIA)

La battaglia di Culqualber/Gondar è stata combattuta in Abissinia (l’attuale Etiopia) dal 6 agosto al 21 novembre 1941, tra truppe italiane e britanniche. Dopo la caduta di Cheren e dell’Amba Alagi, le operazioni militari vennero ad accentrarsi nell’Amhara, dove il generale Guglielmo Nasi si era arroccato nel sistema difensivo costituito dal ridotto centrale di Gondar e da una serie di capisaldi: Culqualber, Blagir, Tucul e Ualag. Il caposaldo Gondar è difeso da 13 battaglioni nazionali, 15 battaglioni coloniali e pochi squadroni di cavalleria indigena. All’incirca 40.000 uomini, tra cui Ruggiero Stella.

 

A difesa di Gondar, c’era il caposaldo di battaglia di Culqualber. Le truppe inglesi dovevano transitare da Culqualber per avanzare su Gondar, con i reparti corazzati e le artiglierie. Il terreno di difesa era costituito da una serie di alture e profondi burroni. Nei giorni successivi, affluirono reparti corazzati e rinforzi, con decine di migliaia di irregolari al comando di ufficiali britannici. Gli inglesi fanno lanciare dai loro aerei manifestini che intimano la resa  alle truppe italiane, inviando presso il caposaldo italiano alcuni sacerdoti copti, nella speranza di convincere i soldati italiani alla resa. I sacerdoti vengono rinviati al mittente. Il 21 ottobre, le truppe inglesi iniziano l’offensiva. Notte e giorno, l’ aviazione inglese bombarda le postazioni italiane, che rispondono abbattendo alcuni velivoli.

La notte del 12 novembre inizia la battaglia campale, che avrebbe dovuto permettere di forzare il valico di Culqualber e che si concluse, la sera del 13 novembre, con la vittoria difensiva dei carabinieri. Per respingere gli attacchi delle bande “Uollo” (mercenari al soldo degli inglesi), i carabinieri dovettero reagire con le baionette innestate, in furiosi corpo a corpo, che si protrarranno anche nei giorni successivi contro le truppe inglesi, che sferrano rabbiosi attacchi, eliminati con tempestivi contrattacchi. Entrano in scena carri armati ed autoblindo inglesi, fermati dalla detonazione di mine azionate a comando dai posti d’osservazione; alla cui posa aveva partecipato anche Ruggiero Stella. Ormai, i difensori italiani, in preda alla sete e alla fame, vivono nei camminamenti ed in trincea, da cui escono solo per i contrattacchi.

21 NOVEMBRE, LA CADUTA DEL CAPOSALDO ITALIANO

Il 20 novembre, 57 aerei inglesi bombardano le difese del caposaldo italiano. Alle 3 di notte del 21 novembre, il caposaldo italiano è attaccato da 20 mila soldati inglesi. I Carabinieri della Prima Compagnia non abbandonano le postazioni, scarseggianoo munizioni, si difendono nei corpo a corpo, con bombe a mano e colpi di baionetta, ma quasi tutti vengono massacrati. Ruggiero Stella, a causa di uno scontro corpo a corpo, è ferito da una baionetta, ma sostituisce un ufficiale dei carabinieri deceduto, prendendo il suo posto alla mitragliatrice, mentre alcuni testimoni lo sentono esclamare:«Quando il genio non lavora, combatte!».

Nonostante il caposaldo sia accerchiato dalle truppe inglesi, Ruggiero continua a sparare con la sua mitragliatrice, in una disperata difesa. Ad un tratto, una scarica a bruciapelo, colpisce a morte Ruggiero, che cade riverso sulla mitragliatrice. Intorno a lui, le truppe inglesi dilagano e la difesa italiana non dispone di uomini per sostituire i caduti. I difensori italiani sono ridotti ad gruppo di superstiti. A battaglia conclusa, le truppe inglesi renderanno l’onore delle armi ai superstiti e ai deceduti.

Ruggiero Stella aveva 27 anni e fu decorato con la Medaglia d’Oro al Valore Militare alla memoria. La caserma di Barletta, sede del 82° Reggimento Fanteria Torino, è intitolata a Ruggiero Stella, le cui spoglie sono rimaste a Culqualber.