Un lungo processo di sedimentazione e di analisi. Continuando a recitare ogni sera e ad interpretare il ruolo di Katharina Blum si scoprono punti di vista diversi sulla vicenda e in generale sul senso della comunicazione. Il fatto principale è che dalla violenza, in qualunque forma non può che scaturire violenza.” La talentuosa Elena Radonicich ci racconta la sua esperienza di donna e di attrice nei panni di Katharina Blum. La incontriamo al Teatro Curci di Barletta poco prima di andare in scena.

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La stagione di prosa comincia con “L’onore di Katharina Blum” atto unico diretto da Franco Però, tratto dal romanzo di Heinrich Boll e adattato da Letizia Russo, una delle migliori drammaturghe italiane. Incubo mediatico, stampa scandalistica, menzogne che distruggono relazioni sociali costituiscono i temi della pièce rivolta ad un pubblico vario e con una singolare scenografia che abbraccia più ambientazioni separate da porte automatiche. Un testo ricco di dettagli, con un ritmo incalzante, con lo stile di un giallo drammatico e ironico denso di considerazioni e sollecitazioni per gli spettatori.

Katharina Blum governante dei coniugi Blorna incontra ad un ballo di carnevale Ludwig Gotten, un piccolo criminale sospetto terrorista. Trascorre la notte con lui e non del tutto consapevole della situazione, ne facilita la fuga. Colpevole di favoreggiamento sarà brutalmente interrogata dalla polizia ma soprattutto diventerà vittima di una spietata e cinica stampa scandalistica, rappresentata dal giornalista Werner Totges, che le sottrarrà ogni forma di privacy e dignità scatenando disperazione e forti reazioni dettate dall’immagine creata dagli articoli letti sui giornali.

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L’oppressione che Katharina subisce la trasforma – evidenzia Elena Radonicich – evolve in una forma di ribellione catartica, simbolica, comunque riconducibile ad un atto di violenza. La donna alla fine potrebbe dimenticare l’onta ma qualcosa di più profondo le chiederà di reagire e lo farà da eroina. La riflessione interessante, secondo me, è pensare a quanto una manipolazione così dirompente entrando nella intimità di una persona possa produrre conseguenze estreme e nefaste per sé stessa e per la società. Chi si occupa di comunicazione deve essere pienamente responsabile delle proprie azioni e avere rispetto sull’uso di stampa, mass media, social … L’amplificazione della manipolazione e la mancanza di etica sono deleterie per tutti”.

All’isolamento e alla manipolazione non sfuggono i coniugi Blorna. L’avvocato Hubert Blorna è interpretato dall’ottimo Peppino Mazzotta. Incontriamo anche lui prima dello spettacolo. “L’autore Boll nel romanzo, scritto nel 1974, ci mette in guardia sull’uso dei mezzi di comunicazione e sulle forme di violenza intrinseche al linguaggio mediatico. La manipolazione dell’opinione pubblica è sempre esistita, in questo caso è legata solo al cartaceo – commenta Mazzotta ricordando l’eredità della feroce e impietosa dittatura nazista – Creando narrazioni finte, come nel caso di Katharina Blum, per vendere più copie di giornali o vendere consensi vendendo quotidiani, si alimentano menzogne collettive. La menzogna relativa alla propaganda politica produce un disastro a livello di comunità, diviene valore quello che è finto.” Mazzotta aggiunge una analisi personale su quanto sta accadendo in questi giorni. “È confortante che in questo momento – dice – ci sia una massa di giovani dai 17 ai 30 anni, il movimento delle sardine, che scendono in piazza perché non vogliono più far parte di un consenso ottenuto con la menzogna. Tutto ciò mi conforta e mi dà molta speranza”.

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Lo spettacolo prodotto dalla Compagnia del Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia, Teatro Stabile di Napoli – Teatro Nazionale, Teatro Stabile di Catania da oltre un mese suscita applausi e consensi di fronte ad un pubblico caldo e molto attento al testo, sottolineano all’unisono Elena Radonicich e Peppino Mazzotta. Con loro in scena Emanuele Fortunati, Ester Galazzi, Riccardo Maranzana, Francesco Migliaccio, Jacopo Morra e Maria Grazia Plos. Una bella prova corale di teatro. La professionalità degli interpreti contribuisce alla perfetta riuscita della pièce. Da elogiare anche le scene di Domenico Franchi e i costumi e le luci di Andrea Viotti e Pasquale Mari.