Barletta in fermento per la nuova iniziativa dell’amministrazione comunale, che ha preso vita dal 14 dicembre. Un Castello Svevo come forse non lo avevamo mai visto di questo periodo, graziosamente addobbato, che magicamente si trasforma in Polo Nord e diventa dimora di regali, lettere e desideri dei più piccini. “Sogno di Natale” è stato uno degli eventi sicuramente più bramati di queste feste natalizie e fino al 29 dicembre regalerà emozioni e stupore non solo al cuore dei nostri bambini, ma probabilmente anche ai cuori dei più grandi. E’ stata proprio la presenza dei più adulti infatti, genitori e addirittura nonni, a rimpinguare le sale del nostro Castello, con occhi che brillavano di una curiosità fanciullesca. «Com’è?» riecheggiava nell’aria da parte dei nuovi visitatori non appena vedevano uscire chi già aveva goduto di questo meraviglioso spettacolo di Natale e i commenti non erano che positivi. Una calca quasi estenuante durante i 20 minuti di attesa per entrare, ma che non ha mai scoraggiato i curiosi barlettani, accompagnati dai loro piccoli (di qualsiasi età, dai 3 anni ai 10) in totale visibilio. Una volta superati i mercatini siti in Piazza delle Armi e le attività laboratoriali che hanno visto i più piccini cimentarsi in vivaci disegni natalizi, ci immergiamo nei sotterrai del Castello e nella loro dimensione incantata, accrescendo la curiosità al rintocco di ogni scalino. Varcata la soglia, non ci sembra nemmeno di essere più a Barletta, ma veniamo teletrasportati in una dimensione completamente nuova e surreale.

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A riceverci un simpatico elfo che ci fa cenno di proseguire il cammino. Come una soave favola della buona notte, la storia di Rudolph, la renna dal naso rosso, doppiata anche nella lingua dei segni, ipnotizza i piccoli ospiti, incuriositi dai gesti della giovane donna che parlava in LIS o forse dalla proiezione in 3D sulla parete, un accogliente: “Benvenuti nel Sogno di Natale”. Forse è proprio il naso di Rudolph ad illuminare di rosso il nostro percorso lungo i suggestivi sotterraenei del Castello. Proseguendo il viaggio in questo inusuale Polo Nord, dotato di parquet e pareti in pietra, giungiamo nel luogo forse più misterioso: l’ufficio postale di Babbo Natale. «Posso imbucare anch’io la mia letterina?» chiede una bambina al sorridente papà e all’elfo che le dice di avvicinarsi. Esattamente accanto, la cucina di Mamma Natale, luogo di fantasiose golosità. Ben esposti su un tavolino in legno infatti i gustosi biscotti al profumo di pan di zenzero a forma di angelo, fiore, stella e delle forme più disparate. E poteva forse mancare il letto gigantesco di Babbo Natale, con tanto di morbida e calda coperta, illustazioni e decorazioni luminose sulla facciata circostante? Insomma, una vera e propria finestra su un mondo favoloso che abbiamo solo visto nei film o letto nei libri di fiabe, quello stesso mondo che ci ha fatto galoppare con l’immaginazione quando eravamo piccoli. Dopo questo itinerario all’insegna di sorprese, come entusiasmante exploit non poteva poi mancare il momento sicuramente più bello da immortalare: la tanto famigerata foto con Babbo Natale. Ed eccoci qui, tutti in fila indiana, ad aspettare pazientemente ognuno il proprio turno per toccare con mano il nostro adorato Santa Claus, e anche questa volta persino i grandi son tornati bambini, ammaliati dalla lunga e soffice barba bianca, dalla rossa “tenuta da lavoro” e dal tenero sguardo. Un sogno ad occhi aperti dunque, supportato da video mapping, dalle più famose canzoni natalizie, da personaggi immaginari e tanta inventiva. Ma cosa c’è di male a sognare? Nulla. In fondo…è Natale.

a cura di Carol Serafino 

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