«Fuori il fratello, dentro la sorella: la famiglia è servita – inizia così la nota stampa dei Consiglieri comunali barlettani del M5S, Maria Angela Carone, Beppe Basile e Antonio Coriolano, sull’avvicendamento di assessori della Giunta guidata da Cosimo Cannito – Quando il 30 ottobre, a seguito della segnalazione di un nostro attivista, abbiamo posto per primi in Consiglio comunale la questione del mancato rispetto della parità di genere in Giunta, non potevamo certo prevedere un finale del genere: una simile farsa andava oltre la più fervida fantasia! E invece siamo in una Città dove il grottesco e l’inverosimile diventano realtà, una città che, oltre ogni immaginazione, il Sindaco Cannito sembra voglia far diventare lo zimbello d’Italia.

Come ormai noto a tutti, secondo quanto previsto dalla Legge 56/2014, “nei Comuni con popolazione superiore a 3.000 abitanti, nessuno dei due sessi può essere rappresentato in misura inferiore al 40 per cento”. Il calcolo era particolarmente semplice: su 10 componenti della Giunta, il 40% non può che essere quattro! E invece per Cannito con 3 donne su 10 la norma era rispettata. Per lui era “tutto a posto”! Ho ripetutamente posto la questione al Sindaco – prosegue la Capogruppo Maria Angela Carone – segnalandola già durante il Consiglio comunale del 30 ottobre, poi il 29 novembre e infine il 9 dicembre. Nei primi giorni di novembre, ho incontrato la Consigliera di Parità Anna Grazia Maraschio per un confronto sulla questione. Abbiamo informato i cittadini dai nostri canali e attraverso comunicati stampa il 31 ottobre, 25 novembre e il 5 dicembre, ma da parte del Sindaco nessuna risposta convincente. Il 9 dicembre, il noto epilogo: l’Avv. Maraschio diffida il Sindaco a ripristinare l’equilibrio, minacciando un ricorso al TAR. Solo a seguito di tale diffida, Cannito decide di porre rimedio ad una situazione illegittima che lui stesso aveva creato: sostituisce l’Assessore Nicola Salvemini con la sorella dello stesso, Maria Anna figlia di Andrea, suo fidato compagno di partito. E dire che pensavo di esagerare quando durante l’ultimo consiglio comunale, replicando all’Assessora Tupputi, mi auguravo che non si cercassero “quote rosa” tra mamme, figlie e sorelle di Assessori e Consiglieri comunali. Invece il Sindaco ha applicato la legge nel modo peggiore che si potesse immaginare, svilendo il principio stesso a cui la norma si ispira: altro che emancipazione della donna, qui la famiglia viene prima di tutto!

È la classica toppa peggiore del buco: ormai il Sindaco pensa di poter sbeffeggiare le opposizioni e fare quello che gli pare con le Istituzioni!»