Quasi duecento, o forse anche di più, i cittadini accorsi al tour “Dai palazzi storici agli Ex Conventi di Barletta”, che domenica 5 gennaio, con porte alle 17, ha avuto luogo nel centro storico di Barletta. Neanche la bora tagliente che si è abbattuta sulla città con forti raffiche ha scoraggiato gli ospiti, non solo barlettani ma anche biscegliesi e baresi, un certamente gradito attestato di interesse nei confronti del patrimonio storico, artistico e culturale che la città di Eraclio custodisce. Ad organizzare con energia e dedizione l’itinerario l’associazione Free Walking Tour Barletta con il sostegno e la collaborazione del Laboratorio di immaginazione urbana. Un gruppo di giovanissimi, (Marco Bruno, Massimiliano Cafagna, Alessandro Cascella, Erica Davanzante, Lucia Labalaba, Simona Falcetta, Saverio Rociola, Alessandra Rutigliano e Giuseppe Tupputi), dediti alla professione e fervidi propugnatori dello “scheletro” della nostra città e delle fondamenta che hanno reso Barletta quella che è oggi. Sostenitori di un passato che non può essere dimenticato e che soprattutto rappresenta ancora oggi una traccia dell’eredità spirituale e artistica del nostro territorio oltre che una possibile ossatura per il futuro, come ci ha spiegato Marco Bruno: «Abbiamo organizzato questo tour per sensibilizzare la comunità di cittadini, non solo barlettani ma anche turisti. Abbiamo voluto rivitalizzare volumetrie abbandonate o non sfruttate in modo che possano costituire un valore aggiunto per il patrimonio architettonico della città. Sono già a disposizione della collettività ma sarebbe opportuno recuperarle. Ci sono già esempi di recupero di strutture ex conventuali o architetture civili in città, ad esempio la Prefettura. L’importanza è questa: connettere l’antico con un utilizzo attuale».

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Il percorso si è snodato lungo sette tappe, alla scoperta di luoghi che  rappresentano per Barletta un cimelio, ognuno intriso di una storia a sé stante, che pulsa tutt’oggi, fra quelli che ad occhi disattenti possono apparire solo ruderi. Si inizia con Palazzo Tresca, edificio di notevole importanza poiché diretta testimonianza di architettura ottocentesca nella nostra città; si prosegue con l’ex Convento di San Giovanni, un complesso monastico che sorse ad opera dei Cavalieri di San Lazzaro addirittura nel 1180; terza fermata la chiesa di San Ruggiero, che accorpa anche il monastero nel quale risiedono le monache benedettine celestine; tappe successive l’ex convento di Santa Maria della Vittoria, l’ex convento di San Domenico (destinato a diventare sezione della biblioteca Sabino Loffredo e ad ospitare la sede dell’Archivio della Resistenza e la sezione di Barletta della Società di Storia Patria per la Puglia) e l’ex convento di Sant’Andrea, ulteriori attestati di architettura conventuale in città. E infine, ultima sosta ma sicuramente non ultima per importanza, il Palazzo Bonelli, pregiato esempio di architettura medievale. Appartenuto alla famiglia La Marra, che fece erigere l’imponente edificio su una preesistente struttura in stile gotico, divenne poi di proprietà Bonelli nel 1685. Ad oggi il palazzo è in balia di una controversa vicenda relativa ad una sua possibile alienazione. Un tragitto significativo dunque, che ha scoperchiato un forziere pregno di storia, una storia che non deve restare sopita ma che anzi, deve rivivere nell’amore e per amore dei posteri.

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A cura di Carol Serafino

Foto di Nicola Imperiale