Ruggiero Quarto

«Il 27 gennaio ricorre il Giorno della Memoria, per commemorare le vittime dell’Olocausto. Sono previsti eventi per diffondere la conoscenza della Shoah e dei crimini del nazifascismo prima e durante la seconda guerra mondiale. Nonostante siano passate circa tre generazioni, il razzismo e antisemitismo, purtroppo, serpeggiano ancora. Se vien scritto <<Juden hier>> sulla porta della figlia di Lidia Rolfi, alias la partigiana “maestrina Rossana”, sopravvissuta al campo di sterminio di Ravensbruck, vuol dire che abbiamo un problema!
Se la senatrice a vita Liliana Segre, deportata a 14 anni dal binario 21 della stazione di Milano al campo di concentramento di Auschwitz-Birkenau e miracolosamente sopravvissuta, ha subito minacce all’età di 90 anni, tanto da esser necessaria la scorta, vuol dire che abbiamo un grande problema!
La sua “colpa” è non aver dimenticato l’orrore, raccontarlo e volere una Commissione straordinaria per il contrasto dei fenomeni di intolleranza, razzismo, antisemitismo e istigazione all’odio e alla violenza. Se i partiti politici che non votano la mozione “Segre” e che sostengono un sovranismo esasperato, crescono nei consensi elettorali, vuol dire che abbiamo un enorme problema!La memoria delle atrocità subite da milioni di nostri fratelli, può aiutarci ad evitare infausti ricorsi storici.

Primo Levi afferma che «nell’odio nazista non c’è razionalità: è un odio che non è in noi, è fuori dell’uomo, è un frutto velenoso nato dal tronco funesto del fascismo, ma è fuori ed oltre il fascismo stesso. Non possiamo capirlo; ma possiamo e dobbiamo capire di dove nasce, e stare in guardia. Se comprendere è impossibile, conoscere è necessario, perché ciò che è accaduto può ritornare, le coscienze possono nuovamente essere sedotte ed oscurate: anche le nostre». Il seme dell’odio razzista viene costantemente seminato nel mondo e, se trova terreno fertile, è sempre pronto a germogliare. Dobbiamo, perciò, impedire una sua nascita o debellarlo nel momento che dovesse cominciare ad attecchire. Il migliore antidoto all’odio razzista è prendere coscienza del suo “male banale” e promuovere la cultura della convivenza fraterna, della solidarietà, della pace. Le razze non esistono. Sono artatamente sbandierate per dividere e dominare. A noi il compito di difendere e testimoniare l’unicità della razza Umana».