«I tre uomini che fino a ieri erano accampati sulla spiaggia di Barletta sono seguiti da anni dai Servizi sociali del Comune di Barletta e sono percettori, tutti e tre, della misura del Reddito di cittadinanza e uno di loro, lo stesso che ieri è stato sottoposto alle cure prima di un medico volontario poi dei sanitari del Pronto soccorso, anche dell’assegno di invalidità. Nel caso specifico, inoltre, svariati ma purtroppo anche vani, per volontà del diretto interessato, sono i tentativi di inserimento in comunità terapeutiche». Sono le parole contenute in una nota dell’amministrazione comunale di Barletta a cui preme specificare alcuni passaggi della vicenda di cui ci siamo occupati ieri. «Attualmente, fino a quando potranno e vorranno rimanere, tutti e tre hanno trovato ricovero presso la Caritas cittadina, dove in passato uno di loro in particolare ha avuto condotte moleste nei confronti degli altri ospiti, ha rifiutato la vicinanza a quelli stranieri, anche ieri, e si è reso responsabile di danneggiamenti. In un altro dei casi c’è la richiesta forte di un genitore ad accoglierlo nella casa di famiglia, ma la persona interessata non vuole saperne. La terza persona oltre a percepire il reddito di cittadinanza spesso è impegnata in attività di parcheggio abusivo e molesto, nonostante il frequente intervento della polizia locale».

«Nulla si può contro la volontà di un individuo, libero di scegliere come e dove vivere – ha detto il sindaco Cosimo Cannito – mentre dovere e compito delle istituzioni è, come è stato fatto ieri dall’assessore alle Politiche sociali Maria Anna Salvemini, intervenire in rete con gli altri soggetti sul territorio impegnati nell’azione di soccorso e risoluzione delle situazioni emergenziali, su tutti la Caritas cittadina che si ringrazia e tutti coloro che volontariamente svolgono un’opera di grande valore e che si sono prodigati per segnalare e seguire il caso di questi tre uomini».

«L’Amministrazione comunale, attraverso i servizi sociali – hanno aggiunto il primo cittadino e l’assessore Salvemini – cerca, in una città che è cresciuta anche nei bisogni delle persone, di essere all’altezza della sempre crescente domanda di attenzione e di sostegno, alla quale si tenta di dare risposte concrete nei limiti di quanto la legge consente. Gli strumenti ci sono e il lavoro quotidiano è quello di renderli accessibili a chi ne ha bisogno. Né il comune dispone di locali, case, immobili presso i quali collocare queste persone che dovrebbero inserirsi nei percorsi e nelle apposite graduatorie».