In questa domenica di marzo che conclude una settimana atipica, in cui le abitudini dei cittadini barlettani sono state completamente stravolte, l’emergenza Coronavirus impedisce ai fedeli di tutta Italia di cercare conforto nella parola di Dio attraverso la messa domenicale. Per tale motivo abbiamo chiesto a Don Rino Caporusso, parroco della parrocchia San Paolo Apostolo, di portare le parole del Vangelo nelle case dei nostri lettori durante queste domeniche di quarantena.
«Questa terza domenica di Quaresima è segnata da una penitenza strana, che non abbiamo scelto noi. Dobbiamo accoglierla e viverla a casa valorizzando ciò che di bello c’è tra le sue mura.
Le Letture e il Vangelo di oggi si concentrano sul tema dell’Acqua. Nella prima lettura gli ebrei che viaggiavano verso la Terra Promessa stavano per morire per mancanza di acqua. Allora Mosè batté il bastone contro una roccia e l’acqua cominciò a sgorgare. Nella nostra vita di fede possiamo talvolta avere l’impressione che Dio si dimentichi di noi, ma in realtà lui è come la sorgente nascosta sotto i nostri passi, pronta a zampillare quando noi, spaventati dal suo silenzio gridiamo verso Lui.
Anche il Vangelo parla di acqua. Gesù passava vicino a un pozzo mentre tornava in Galilea da Gerusalemme. Stanco del cammino si sedette sull’orlo di un pozzo, ma non aveva un mezzo per procurarsi l’acqua. Per cui si rivolse a una samaritana che aveva una brocca e le chiese di dargli da bere. La samaritana fu sorpresa della richiesta da parte di un uomo ebreo, poiché samaritani ed ebrei non erano in buoni rapporti. Allora Gesù le disse di essere in possesso di un’acqua viva, dotata di una qualità miracolosa. Un’acqua che cancella la sete e dona la Vita Eterna. Si riferiva alla Grazia e all’Amore di Dio. Come l’acqua dà la vita al corpo, la Grazia dà vita all’anima.
Senza Grazia l’anima diventerebbe un deserto. Ma la samaritana non aveva capito la metafora. Gesù parla con la donna e le dimostra di sapere tutto di lei. Chi la vede con gli occhi della carne pensa che abbia solo bisogno di aiuto a raccogliere acqua dal pozzo. Gesù invece va oltre quella necessità contingente, ricerca nel suo animo la sete di infinito, caratteristica di ognuno di noi. Gesù non umilia con ammonizione e minacce di punizioni. Tutto è fondato sulla fiducia. Ottiene fiducia perché dà fiducia. Ecco perché Gesù non moraleggia, non guarda dall’alto in basso, e gli preme annunciare la Grazia, la Misericordia di Dio che supera i muri alzati dal Maligno. Non chiudiamo il nostro cuore nonostante le notizie al momento ci spingano verso la disperazione. Nella seconda lettura San Paolo esalta la speranza cristiana che si fonda interamente sulla certezza dell’amore di Dio. Anche in questa situazione, soprattutto oggi. L’amore di Dio è sempre».