La domenica delle Palme è tradizionalmente un giorno di festa a Barletta. Fuori dalle parrocchie e per le vie cittadine si raggruppano fedeli per la benedizione delle palme e per brevi processioni di quartiere. Quest’anno, con l’estensione dei provvedimenti per fronteggiare l’emergenza Coronavirus, non sarà possibile svolgere alcuna celebrazione religiosa in pubblico. Ma anche in questa domenica Don Rino Caporusso, attraverso la nostra redazione, si rivolge ai fedeli in casa con le parole del Vangelo.
«Quest’anno la Domenica delle Palme è un po’ particolare, ma il racconto della Passione di Gesù Cristo trova il modo di raggiungerci comunque. Entriamo nei giorni in cui patimenti di Cristo hanno toccato il loro culmine, evidenziando il suo amore per noi. Nella prima lettura il profeta Isaia parla di un uomo che, malgrado le persecuzione, resta fedele alla missione ricevuta e conserva la fiducia incrollabile in Dio.
Il passo del Vangelo che racconta gli ultimi giorni di Cristo non ha bisogno di commenti. Basta semplicemente ascoltarlo e leggerlo in spirito di preghiera, anche raccolti in famiglia, che può diventare una chiesa domestica, aprendo il nostro cuore al messaggio.
Sono tanti i protagonisti di questo brano. La morte di Gesù in croce non è imputabile solo ai protagonisti immediati del suo arresto, del suo processo, della sua condanna, come i giudei, Giuda, Ponzio Pilato. Nella folla di Gerusalemme c’è qualcosa di tutti noi. Nessuno è esente dall’avere spinto fuori dalla propria storia il testimone della giustizia e della bontà di Dio. Anche noi nella nostra quotidianità, andiamo avanti a tutta velocità, sentendoci forti, senza capire le cose essenziali della vita. Anche questo atteggiamento ha respinto Cristo, condannato perché il suo comportamento e le sue parole non apparivano compatibili con la mentalità comune. Questo vale per il tempo di Gesù, ma anche per oggi. Si è scontrato e continua a scontrarsi con l’egoismo, l’orgoglio, la presunzione, la cattiveria e la mediocrità degli uomini, del passato e del presente, ricchi e poveri, gente comune. Non è stata tanto l’azione criminale di qualcuno, a condannare Gesù, quanto i peccati comuni a tutti. Gli ultimi eventi della vita di Gesù ci facciano riflettere, ci scuotano dall’indifferenza, in un momento in cui abbiamo più tempo per la riflessione, da soli o con le persone che si amano. Solo l’amore può spiegare il dramma della Passione. Amore verso il padre che rende il figlio obbediente fino alla morte, e un amore per i fratelli, gli esseri umani, per i quali egli affronta i più terribili tormenti. Auguro a tutti una domenica di pace».