Il Castello di Barletta fonda la sua struttura storica e architettonica sul rapporto tra il mare e il centro storico, una singolare polarità che lo ha reso un importante cardine urbanistico e che ad oggi lo vede sede di istituzioni quali la Biblioteca comunale S. Loffredo e il Museo Civico.

La sua planimetria è frutto dell’avvicendarsi di numerosi interventi strutturali che nei secoli l’hanno visto dimora di diverse dinastie: Normanni, Svevi, Angioini, Aragonesi e Spagnoli. Ciò che sicuramente lo rende iconico è la particolare forma con quattro bastioni a punta di lancia, quasi perfettamente simmetrici. Questa tipica modalità di costruzione fu adottata in Italia a partire dal termine del XIV secolo, in seguito all’incalzante svilupparsi delle tecniche militari basate su nuovi strumenti di guerra,  ed è identificata come “fortezza alla moderna”.

Con l’introduzione dell’artiglieria portatile, ingegneri ed architetti apportarono modifiche alle antiche costruzioni in modo tale da permettere una migliore difesa delle mura che non si presentavano più con un assetto longitudinale, ma frastagliato grazie all’aggiunta dei baluardi a punta di lancia; l’utilizzo dei bastioni permetteva di attuare il cosiddetto “fuoco di rovescio” che permetteva di sferrare attacchi alle fanterie partendo da strutture sporgenti rispetto alle cortine. L’innovativa planimetria, definita anche “fortezza all’italiana” in quanto la paternità del progetto fu per gran parte merito di maestranze toscane, fu poi esportata anche all’estero: vi sono, infatti, diversi esempi di scuola francese, fiamminga e spagnola che ripropongono questo modello.

In Italia risultano numerose le fortezze accostabili per forma e per dimensione al Castello Svevo di BarlettaNe è un esempio il castello di Carlo V di Capua. Edificato secondo il progetto di Gian Giacomo dell’Acaya sulle sponde del Volturno nel 1542, sotto il volere dell’imperatore Carlo V, si presenta ad oggi con la planimetria a quattro bastioni con  baluardi a punta di lancia.

Un ulteriore esempio, la cui planimetria rispecchia quasi fedelmente anche per dimensioni il castello di Barletta, lo ritroviamo nel forte spagnolo dell’Aquila. Nonostante sia stato costruito, nel XVI secolo, durante il progetto di rafforzamento militare del territorio aquilano e voluto dalla dominazione spagnola, il Castello non fu mai impiegato sul fronte bellico. La fortezza è a pianta quadrata e presenta quattro massicci bastioni che si stagliano nelle direzioni dei punti cardinali; è circondato da un ampio fossato attraversato da un ponte in muratura che ne permette l’accesso alla struttura, esattamente come nel caso del castello barlettano. In seguito alla dichiarazione a monumento nazionale del 1902, subì un restauro nel 1951 che lo convertì a sede del Museo Nazionale d’Abruzzo (MUNDA). Oltre ad ospitare mostre e convegni nell’Auditorium Renzo Piano, conserva al suo interno, insieme alla collezione  civica di opere d’arte, il celebre scheletro di Mammuthus Meridionalis, un reperto fossile risalente ad un milione e trecentomila anni fa.

Una costruzione che ha poco in comune con le dominazioni spagnole e con il territorio meridionale, ma che presenta ugualmente la tipica forma a quattro bastioni lanceolati è la Fortezza medicea di Siena. Conosciuta anche come Forte di Santa Barbara fu eretta nel 1563 su ordine del duca  di Firenze Cosimo I de’ Medici a scapito di una precedente costruzione risalente al 1548, che fu fatta edificare da Carlo V per assoggettare la Repubblica senese col fine di farne una piazzaforte imperiale nell’Italia centrale. La fortezza fu edificata per fine si di difesa, ma non nei confronti di nemici esterni, bensì per il controllo delle rivolte cittadine. A differenza dei precedenti esempi, la fortezza si presenta con un planimetria rettangolare (200×270 m) e priva di fossato. Ciononostante le sue imponenti mura e i quattro baluardi sono effettivamente frutto dello stesso modus operandi dell’epoca: la costruzione all’italiana. Ad oggi la fortezza ospita un ampio giardino pubblico al suo interno, dotato di un anfiteatro, sede del conservatorio musicale e di una cantina. Collocata appena fuori le mura antiche della città risulta essere uno dei punti nevralgici di Siena.

Grazie al positivo riscontro in campo militare ottenuto dalla geniale pianta anceolata (a stella) ideata in origine dai Sangallo varcò i confini italiani, portando la costruzione alla moderna in giro per il mondo. In Francia, in particolare modo sotto il regno di Luigi XIV, la guerra consisteva principalmente in una serie di assedi e controassedi; raramente vi erano attacchi a campo aperto e quando avvenivano vi era sempre una fortezza nelle vicinanze.  In questo contesto emerse una grande personalità che addirittura minò la paternità del progetto italiano: Sebastien Le Prestre de Vauban (1633-1707), architetto, Maresciallo di Francia e Capo ingegnere militare di Luigi XIV per ben 53 anni. Per il Re Sole progettò e costruì numerose piazzeforti: fra le fortezze costruite ex novo vi sono le mura di Saint Martin de Rè che si presentano tuttora con una planimetria a stella.

Anche la Germania custodisce un esempio di fortificazione all’italiana. Nel 1578 Francesco Chiaramella e Rocco Guerrini eressero per l’allora città di Spandau la cittadella- fortezza di chiara ispirazione italiana. La Zitadelle de Spandau con i quattro bastioni circondati da un ampio fossato tuttora immerso, è una delle strutture più estese (318×302 m) e rappresenta ad oggi l’unica fortezza sopravvissuta a Berlino e una delle costruzioni più antiche della città. Negli ultimi anni è divenuta un museo e uno dei maggiori punti di ricezione turistica sul territorio.

Una delle costruzioni europee più maestose definibile “alla moderna” si trova in Portogallo: si tratta della città di Elvas, la fortezza più grande dell’intera nazione. L’intera cittadina è completamente cinta dalle mura fortificate e bastionate che si estendono per un perimetro di ben 10 km, parte delle quali risalgono al periodo di dominazione islamica. Questo complesso sistema di fortificazioni circondate da fossati e porte che conducono alla città e che custodisce all’interno numerosi edifici militari aveva lo scopo di difendere l’antica città dai nemici provenienti dal vicino confine spagnolo. Un luogo ricco di fascino dichiarato, nel 2012, Patrimonio dell’UNESCO.

In questo excursus dedicato alle fortificazioni all’italiana è emerso il ruolo dominante della figura di Carlo V, imperatore del Sacro Romano Impero Germanico, che durante il suo operato eresse fortezze alla moderna ovunque vi fossero i suoi possedimenti. Quando nel 1544 fondò in Brasile la città di Macapà, che in origine aveva il nome di Adelantado de Nueva Andaluzia, fece erigere con lo scopo di difendere il territorio la fortezza Sao Josè (185×184 m).

Sono presenti tracce della dominazione spagnola anche in Florida (U.S.A.), precisamente a St. Augustine dove si trova una delle più antiche fortezze in muratura della parte continentale degli Stati Uniti d’America: il castello di San Marco. Eretto nel 1672, ben 107 anni dopo la fondazione della città, copre un’area di 1,29 km² ed è attualmente gestito dal National Park Service. Anche in questo caso la struttura è dotata di quattro bastioni angolari anceolati e di un regolare fossato.

La tipica costruzione alla moderna in giro per il mondo, oltre a rappresentare un’importante testimonianza di un periodo storico, potrebbe divenire oggi il filo conduttore per connettere tra di loro queste fortezze rendendole sede di un più ambizioso progetto. L’idea di dare origine ad un gemellaggio con il patrocinio dei comuni di appartenenza legittimerebbe un flusso di conferenze, mostre site-specific, operazioni artistiche ed eventi itineranti che prenderebbero vita nei fossati, sui bastioni e nelle corti interne. Promuovendo questo genere di iniziative, il castello di Barletta potrebbe essere inserito in un nuovo contesto, non circoscritto al territorio pugliese, che ne permetterebbe una maggiore valorizzazione a livello internazionale.

Massimiliano Cafagna (architetto), Simona Falcetta (dottoressa in storia dell’arte)