Quello di oggi è stato un 25 aprile diverso dal solito, senza cortei, senza manifestazioni festose in piazza. Solo una breve cerimonia si è svolta questa mattina in Piazza Caduti, dove il Sindaco ha deposto una Corona di alloro al monumento ai Caduti e alla lapide in onore dei vigili urbani trucidati dai soldati tedeschi. Ma nonostante questo, quella piazza non era silenziosa. Un gruppo di barlettani ha espresso la propria presenza attraverso delle poesie, stampate su fogli bianchi e affisse sui lampioni intorno alla piazza. Il messaggio è chiaro: se non possiamo mostrare fisicamente la nostra partecipazione, le parole di Ungaretti, Calvino e De Andrè sulla Resistenza lo faranno per noi.
L’ideatrice di questa iniziativa è Luciana Rutigliano, fondatrice della Palestra Poetica, una realtà barlettana che ha l’obiettivo di promuovere eventi culturali un po’ particolari, e che in questo momento di emergenza hanno luogo virtualmente attraverso i nuovi mezzi di comunicazione.
«L’iniziativa è coerente con gli obiettivi della Palestra Poetica- ha affermato in un’intervista telefonica– che vuole promuovere performance poetiche collettive improvvisate in luoghi non convenzionali e che siano fruibili da persone senza distinzione sociali, economiche e culturali.
Per questo 25 aprile, dato che ogni manifestazione è stata giustamente vietata, volevo comunque partecipare anche a distanza. Così, lasciandomi anche ispirare da un’iniziativa bolognese, mi sono organizzata con amici che sostengono la Palestra Poetica in un giorno e mezzo». L’iniziativa bolognese di cui parla ha riunito simbolicamente decine di persone in una manifestazione a prova di emergenza di Coronavirus, attraverso le foto dei partecipanti appese sui muri dei portici.
«Mi piace dire che questo è un lavoro di squadra senza assembramenti– ha continuato- Ho scelto e impaginato velocemente poesie e canzoni e ho inviato la mail ad un mio amico che ha una cartoleria a meno di 200 metri da casa. Lui le ha stampate e poi le abbiamo distribuite a chi abita vicino a piazza caduti in modo che potessero affiggerle il pomeriggio prima della commemorazione. Io per prima non le ho viste dal vivo, per questo tengo a sottolineare che è un lavoro di gruppo. Anche l’affissione è stata fatta in momenti diversi.». Un’organizzazione impeccabile, nonostante il poco tempo a disposizione, e perfettamente rispettosa nei confronti delle regole imposte dal Dpcm del 9 aprile.
«Barletta possiede una medaglia al merito civile e al valor militare, pertanto deve rimanere antifascista prima di tutto per gratitudine» ha concluso. E in questa affermazione la storia ufficiale e quella personale di Luciana si intrecciano. Lei infatti è una pronipote di Antonio Falconetti, vigile urbano vittima dell’eccidio fascista avvenuto proprio in Piazza Caduti. Nel suo impegno per celebrare la festa della Liberazione ci sono i suoi ricordi di infanzia, dei 25 aprile in cui si recava in piazza con sua nonna per assistere alla cerimonia e imparava il significato di quei buchi sul muro. «Credo che parlare ai bambini della morte e delle ingiustizie nei modi più appropriati sia fondamentale, perché solo così riescono ad accettarle come cose della vita e a diventare adulti più sicuri e cittadini migliori. Io alle elementari ho deciso di essere antifascista e l’ho deciso con lucida convinzione, per questo mi sento non migliore di altri, ma fortunata, privilegiata. Quest’anno non c’è stato un corteo, ma il mio cuore è ovunque si celebri la liberazione».