Orgoglio per il passato, coraggio e fiducia per il futuro. Questo, come non mai, risulta un precetto essenziale vista la situazione di queste settimane. Questo periodo di ritiro forzato dalla nostra normale quotidianità, lavorativa e sociale, comprende anche la ricorrenza del 25 aprile: quest’anno è il 75º anniversario della Liberazione dal nazi-fascismo dell’Italia del 1945.

Abbiamo chiesto a Giuseppe Gammarota un breve ricordo dell’esperienza di suo padre Francesco, partigiano con nome di battaglia Brancaleone: «Per molto tempo non abbiamo saputo quello che mio padre ha fatto, durante la sua militanza nelle fila dei Partigiani: l’ha raccontato solo in tarda età, perché riteneva quegli anni un periodo assolutamente difficile e non voleva che si ripresentasse mai più. Teneva a celebrare ogni anno il 25 aprile, e gli episodi che era solito ricordare erano quelli riguardanti la giovane donna che gli salvò la vita, e la sua presenza come servizio d’ordine a piazzale Loreto, quando giustiziarono Mussolini e gli altri gerarchi fascisti: il suo compito era quello di tenere lontano le persone che volevano accanirsi sul corpo del Duce. Aveva paura perché a Milano in quel momento storico c’erano cecchini che sparavano dai balconi. Tanti gli episodi molto duri che l’hanno segnato, ma che ne hanno fatto una persona molto riservata per timore che queste cose potessero essere strumentalizzate».

«Sarà un 25 aprile diverso, questo 75° Anniversario della Liberazione: senza cortei, discorsi, strette di mano e abbracci. Senza gente in piazza e nelle strade. Tutti in casa, con identica passione e vivendo le stesse emozioni, a coltivare la memoria riconoscente delle donne e degli uomini che ci regalarono la libertà – a dichiararlo è Roberto Tarantino, presidente dell’ANPI BAT “Anna Mascherini e Francesco Gammarota”».

A Barletta, città medaglia d’oro al valor militare e al valor civile per la Resistenza, è doveroso il gesto simbolico di apporre la corona al monumento di Piazza Caduti, come ogni anno, e alla lapide posta sul luogo dell’eccidio dei vigili del ‘43. Onorare quella Resistenza da cui nacque la democrazia e la libertà, come ha voluto il sindaco Cannito. «L’ANPI sarà in Piazza Caduti col Sindaco – prosegue Tarantino – siamo tutti consapevoli che la Resistenza, per Barletta sia anche altro: non dimentichiamo (e non dimenticheremo) i tanti partigiani nati nella nostra città, le centinaia di militari barlettani deportati nei lager nazisti, i nostri antifascisti irriducibili, i concittadini condannati al confino, le vittime civili dell’occupazione nazista, i soldati che – in quel settembre del 1943 – difesero Barletta.

«Nei giorni scorsi – conclude Tarantino – sono stato contattato da Claudio Vitrani, il figlio del terzo fratello della famiglia Vitrani, Giuseppe, anche lui partigiano come i genitori, Michele e Angela Degno e i fratelli, Pietro e Ruggiero, che furono ammazzati dai nazifascisti mentre combattevano per la libertà in Piemonte con la 43^ Divisione Autonoma Val Sangone “Sergio De Vitis”. Claudio vive a Torino; sarebbe bello invitarlo a Barletta, il 25 aprile 2021, ringraziarlo per quanto fece la sua famiglia e per dimostrargli che Barletta ha memoria».