Nella lenta ripresa che caratterizza la fase 2 della gestione dell’emergenza Coronavirus assisteremo alla graduale riaperture di varie strutture come bar, ristoranti, negozi di abbigliamento, centri estetici e altri. Ma c’è una categoria di strutture che vive nell’incertezza, ovvero i Bed and Breakfast. Su queste strutture c’è poca chiarezza, e i gestori di Barletta cercano risposte, confrontando il Dpcm con le risposte alle famigerate FAQ e rivolgendosi alla Prefettura.
Chiara Cristallo gestisce il B&B Centro Storico e il B&B Centrale ed è presidente dell’associazione di B&B Barletta Ricettiva. «La situazione è molto caotica- dichiara- Il decreto parla di alberghi e strutture simili con codice ateco 55.1. Ma i B&B di tipo imprenditoriale hanno codice ateco 55.2, mentre i B&B a conduzione familiare non hanno partita iva e nessun codice. Noi gestori di Barletta ci stiamo confrontando e riscontriamo una certa contraddizione tra le parole del decreto e le risposte alle FAQ. Ho anche scritto alla prefettura in nome dell’associazione, ma la risposta è stata che solo gli alberghi possono ospitare, ovviamente solo le persone autorizzate a viaggiare per lavoro o che hanno esigenze legate all’emergenza».
A questa situazione di incertezza si aggiunge un ulteriore problema per i gestori di B&B a conduzione familiare. Non avendo una partita iva, non possono accedere ai sostegni economici statali. «Siamo stati dimenticati» ha aggiunto Cristallo. Nonostante ciò si dichiarano pronti a ripartire: «Manca un protocollo ufficiale, ma stiamo seguendo le norme date agli alberghi e le fonti ufficiali dell’OMS e dell’ISS. Abbiamo da sempre rispetto per l’igiene e per l’ospite, ripartire in sicurezza è assolutamente nei nostri interessi. A Barletta ci sono quasi cento strutture tra B&B e case vacanze e il turismo è uno dei settori più fiorenti per la città e per il Paese. Sarà anche il settore che ne soffrirà di più, e questo silenzio non ci aiuta».
Ruggiero Alessandro Chiarazzo, proprietario del Domatia Bed and Breakfast conferma il silenzio e la mancanza di ufficialità intorno alla possibilità di ripartire. Denuncia la mancanza di aiuti statali e parla di ingenti danni economici, pari al 100%. «Per il turismo sarebbe un duro colpo se il divieto di spostarsi tra regioni fosse confermato per tutta l’estate. Siamo pronti per ripartire, ma allo Stato e alla Regione sfugge la nostra esistenza» ha affermato.
Il gestore di Vinslounge Bed and Breakfast Vincenzo Leopoldo Tota Coliac fa affidamento sulla risposta alle FAQ ed è, pertanto, pronto ad accogliere chi è autorizzato a spostarsi. Per quanto riguarda gli aiuti economici dichiara: «Il mio B&B familiare non ha al momento diritto a nulla, ma nel prossimo decreto dovrebbe essere citata anche la nostra categoria. Personalmente non credo farò uso di prestiti per ottenere liquidità immediata. Al momento il comparto turistico non ha bisogno di indebitarsi, chiediamo solo di ricominciare a lavorare. In questo periodo, in cui abbiamo prenotazioni per cerimonie come matrimoni e comunioni, il danno subito è irrecuperabile. Speriamo di recuperare tutto nel 2021, quando le feste si accumuleranno. Naturalmente l’attenzione all’igiene è già nei nostri standard, ma sarà ulteriormente potenziata».
Anche il B&B Eraclio di Raffaele Rizzi, vicepresidente di Barletta Ricettiva è aperto per accogliere le categorie autorizzate, ma spetta alla polizia verificare i motivi dello spostamento. Per adeguarsi alle norme di distanziamento sociale serviranno la colazione solo in camera. In mancanza di aiuti statali, chiede almeno alla Regione degli aiuti economici per coprire l’acquisto di DPI e l’adeguamento delle strutture.
Antonella Liddo proprietaria del B&B Liddo fa notare che è stato discusso un “Manuale della Sicurezza per le riaperture del settore del turismo in Puglia” che prevede screening della temperatura all’ingresso, ingressi contingentati, attivazione di sistemi di prenotazione online e preferenza per il pagamento mediante carta di credito.
Riccardo Manna, gestore del De Nittis B&B e Case Vacanze afferma « Le strutture ricettive extra alberghiere hanno ricevuto un trattamento differente dagli alberghi, che non sono mai stati costretti a chiudere. Noi invece siamo chiusi dal 22 marzo, anche se abbiamo smesso di lavorare già a fine febbraio. Quindi, a conti fatti, fino alla riapertura risulterà una chiusura totale effettiva di 3 mesi. Il settore turistico è stato il primo ad essere gravemente colpito. Questo dopo l’inverno, che, come risaputo, non è certamente il periodo economicamente più proficuo per le strutture ricettive sul nostro territorio, e proprio all’inizio della primavera, che per noi rappresenta la rinascita. Un vero tracollo economico, non sostenuto affatto né dallo Stato, né tanto meno da Regione e Comune. Ci sentiamo abbandonati, ma anche presi in giro. Ci rendiamo conto che il primo pensiero di tutti gli italiani non sarà di certo di organizzare un viaggio. I settori dei servizi non essenziali e del turismo perderanno sia a causa della paura del contagio, che per l’incertezza economica, sperimentata da molti in questo periodo».
«Inoltre, è impensabile fare turismo con le regioni chiuse- ha continuato- Se è vero che non vedremo turisti stranieri quest’anno, non possiamo di certo puntare sul turismo pugliese, per noi, inesistente. Speriamo in un allentamento di questa norma a partire dal 1 giugno. Ciò che più mi manca è il contatto con persone provenienti da tutto il mondo e con gli ospiti abituali. Come imprenditore, non posso essere pessimista. Ce la faremo, perché gli italiani e i barlettani ce la fanno sempre».
In conclusione, tra la confusione, la rabbia, le incertezze sul futuro e la richiesta di chiarimenti, ciò che emerge è una grandissima voglia di ripartire, con tutte le accortezze del caso. Lo stesso Presidente del Consiglio Conte ha dichiarato che quest’estate gli italiani potranno andare in vacanza, per cui non possiamo che sperare che arrivi prontamente chiarezza da parte delle istituzioni e che la nostra città possa accogliere anche quest’anno un numero discreto di turisti.